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La nostra Sezione - Pontida 2018:

Pontida 01 Luglio 2018: report e foto della giornata

Pontida 2018

Salvini-Fedriga-Zaia-Fontanna a Pontida 2018 Fedriga a Pontida: "Mai patrocinio al pride, si al family day". Irritazione dagli alleati, Rosato: un passo indietro

Il governatore: i bimbi hanno diritto a una madre e un padre, il resto è egoismo. «La Lega si è evoluta e risponde alle esigenze della gente a partire dall’Europa»

UDINE. Sale sul palco, accanto al leader (e amico) Matteo Salvini e alla folla di Pontida ripete i cavalli di battaglia leghisti. A partire dalla famiglia naturale. Il governatore Massimiliano Fedriga sfodera il piglio severo. «Mi batterò sempre per garantire a chiunque di vivere come crede, ciascuno con le proprie preferenze affettive. Ma le battaglie di libertà degli adulti – afferma Fedriga – non possono comprimere la libertà dei bambini che hanno diritto a una papà e a una mamma. I casi della vita possono portare a perdere i genitori, ma decidere prima che una vita nasca che quella vita non avrà una delle due figure di riferimento è un fatto di egoismo puro, che nega i diritti dei più deboli, i bimbi».

Pontida, la festa della Lega tra ritratti di Salvini, crocifissi e bandiere libiche - videoracconto Ritratti di Salvini, bandiere di simpatizzanti libici e magliette con il nuovo motto: "La pacchia è finita". Il videoracconto della festa della Lega a Pontida da partito di governodi Antonio Nasso ed Edoardo Bianchi

Il governatore pensa al gay pride di sabato a Milano, racconta di aver visto «l’indottrinamento dei bambini». «A una piccola è stato spiegato cos’è una famiglia arcobaleno e le è stato detto: “Lo diventerai”. Ecco – aggiunge il governatore – io penso che quella sia una battaglia ideologica negativa. Il Friuli Venezia Giulia tutela e difende la famiglia naturale, mai darà il patrocinio ai vari gay pride, diamo il patrocino al family day, perché non si danno soldi pubblici a chi fa propaganda per l’egoismo degli adulti»

Fedriga ribadisce il no alle adozioni gay e «anche all’utero in affitto che utilizza la donna come un oggetto e compra il bimbo come un prodotto». Nulla da fare alla replica sui diritti gay. «Non è un diritto avere dei figli, può essere un buon desiderio, ma non un diritto», chiude Fedriga. Che scende dal palco e parla di «grande entusiasmo, più coinvolgimento». Perché «la Lega si è evoluta. Noi – dice Fedriga – difendiamo la nostra gente, per cambiare l’Europa e le politiche sui migranti, l’economia e il lavoro».

Sala: ''Salvini al Milano Pride? Lo inviterei volentieri ma non so se ci verrebbe'' Il sindaco di Milano Beppe Sala ha sfilato in prima fila al corteo del Milano Pride la tradizionale parata che conclude la settimana dedicata alla difesa dei diritti Lgbt. Sala ha detto che inviterebbe volentieri anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Non vedo dove sia il problema, anche se non penso verrebbe volentieri. Non credo sia necessario costruire degli sbarramenti”.di Alessandro Camagni

Imbarazzo e irritazione dagli alleati
Un passo indietro, che non sorprende, ma che mette a rischio anche i diritti sociali. È il Pd a reagire alle parole pronunciate a Pontida dal governatore Massimiliano Fedriga sulla difesa della famiglia naturale, contro le adozioni gay.

Tra i forzisti il più critico è il consigliere regionale Piero Camber che su Facebook ha scritto: «Oggi la Lega Nord è a Pontida. Gli aderenti del Nord in verde, gli altri in blu. Guardavo lo Statuto: tuttora è Lega Nord per l’indipendenza della Padania. A quando le necessarie, opportune modifiche chiarificatrici?». La coordinatrice regionale di Fi, Sandra Savino, non si sorprende «perché a Pontida si fanno comizi. Ma questo gridare in Europa non ha portato a risultati – aggiunge Savino –, come dimostra quanto poco ha ottenuto il premier Giuseppe Conte nell’ultimo vertice di Bruxelles».

Perplessità su gay e immigrati anche dagli alleati di Governo del M5s. Andrea Ussai, consigliere Fvg grillino, invita la Lega a rifarsi al contratto di Governo e chiede più chiarezza sui migranti e lotte a tutte le discriminazioni, anche quelle omofobiche.

La condanna dell'opposizione: un passo indietro in fatto di diritti
«Nessuna sorpresa, solo un’amara conferma: il Friuli Venezia Giulia si allinea all’indietro sul fronte dei diritti, e adesso tocca ai gay», commenta il vicepresidente della Camera, il dem Ettore Rosato. «Oggi Fedriga assieme alle conquiste partite da qui con Loris Fortuna o con Eluana Englaro, avrebbe anche potuto ricordare che si celebrano i 40 della legge Basaglia, ma ci ha pensato Salvini a mettere in discussione anche questo traguardo. Quando – aggiunge Rosato – i diritti individuali e delle minoranze cominciano a essere poco importanti o irrilevanti o calpestabili, sono a rischio anche quelli sociali. La persona è la prima misura del diritto perché il singolo è il più indifeso. È un periodo molto grigio».

L’ex presidente Fvg, ora deputata dem Debora Serracchiani, attacca il leader della Lega, e vicepremier, Matteo Salvini. «Pontida non è ancora Norimberga ma può diventarlo, se la Lega prosegue sul crinale del nazionalismo, del conflitto con l’Europa, col resto del mondo e anche con noi stessi. Un leader che proclama “nulla ci è vietato” , che chiama la folla ai giuramenti, spalanca le porte ad avventure ignote. Ringraziamo Salvini perché – continua Serracchiani – si limita a voler governare l’Italia solo per i prossimi 30 anni e non, bontà sua, per i mille anni previsti da un altro capo per un’altra nazione.

Siamo noi a dirgli “giù le mani dalle nostre tradizioni e dalla nostra cultura”, che non sono quelle di un chiuso borgo medievale ma quelle della luce dell’umanesimo, del cristianesimo solidale e senza spada, della pluralità e della tolleranza. Il programma di Salvini di far cadere il muro di Bruxelles dice più di quel che appare: significa rialzare i confini, introdurre protezionismi commerciale e limitazioni alla libertà di spostamento. Significa – aggiunge Serracchiani – creare i presupposti per una politica ostile e aggressiva, che l’Italia ha sempre pagato cara».

Per Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, le parole di Fedriga sono «un ritorno alla barbarie».

FONTE: MessaggeroVeneto - 01 Luglio 2018



Data creazione : 01/07/2018 @ 22:38
Ultima modifica : 04/07/2018 @ 02:20
Categoria : La nostra Sezione
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