Latisana: teatro Odeon esaurito per il dibattito col nostro giornale e sui temi più delicati gli animi si sono accesi anche in platea
Sanità, unioni civili, immigrati. Ecco le tre questioni che hanno infiammato, lunedì sera, il confronto fra i candidati sindaco in corsa per la guida di Latisana, tenutosi in un teatro Odeon esaurito. E alcune risposte hanno acceso anche la platea. Almeno quattrocento persone hanno seguito il dibattito, moderato dal caporedattore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, che ha visto confrontarsi su una ricca scaletta di domande, i quattro candidati in corsa: Salvatore Benigno, sindaco uscente, appoggiato da Forza Italia, Lega Nord e dalla lista civica Il Ponte; Daniele Galizio, sostenuto dalla coalizione civica Rinnoviamo Latisana, composta da, Un’Altra Latisana, Uniti per Latisana, Latus Anniae, Latisana 2016 e Futuro comune Latisana, Loredana Pozzatello candidata sindaco per il MoVimento 5 Stelle e Lanfranco Sette in corsa con Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.
Oltre due ore di dibattito serrato dove a più riprese la questione sanità e in particolare il taglio dei servizi all’ospedale cittadino è stata sottoposta ai candidati, con le risposte del candidato Sette che hanno sollevato le reazioni del pubblico quando ha cercato di accaparrarsi il merito di aver certificato le firme raccolte dal comitato “Nascere a Latisana” per il referendum abrogativo della legge regionale di riforma sanitaria. «Anche noi abbiamo certificato le firme – gli ha replicato Pozzatello – , ma non ne abbiamo fatto propaganda».
Sulle unioni civili la contrapposizione ideologica dei quattro candidati è emersa completamente: per Galizio nessun problema a dare seguito a una normativa che non snatura la famiglia; piena disponibilità a darne attuazione anche per Pozzatello. Benigno ha invocato l’obiezione di coscienza, per i risvolti che ci sono dietro alla legge, come la stepchild adoption e l’utero in affitto; è stato contestato da Sette che – seppur candidato della destra – se diventerà sindaco è disposto a celebrarle.
Divisione anche su immigrati, accoglienza e integrazione. Stop alla demagogia per porsi seriamente davanti alla questione, rispettando prima di tutto le persone di Latisana in difficoltà, ha commentato Sette, mentre Pozzatello ipotizza una tipologia di aiuto simile a quella attuata a Lignano, con gli immigrati impegnati in lavori utili alla comunità. Parla dei privati che già ospitano immigrati, Galizio, che ritiene doveroso operare una distinzione fra immigrati e stranieri residenti da tempo e che contribuiscono alla ricchezza del paese. D’accordo nel distinguere immigrazione economica da quella umanitaria Benigno, che porta anche dei numeri: dei 150 mila ingressi dello scorso anno solo qualche migliaio sono stati quelli umanitari e ha ribadito il no al progetto di accoglienza diffusa voluto dalla Regione.
FONTE: MessaggeroVeneto - 1 giugno 2016