Il duo delle meraviglie, la presidente Serracchiani e l’assessore alla salute Telesca, si staranno sfregando le mani per essere riuscite con l’aiuto dei fedeli “paggetti-consiglieri” ad affossare il referendum abrogativo della riforma sanitaria con cavilli tecnico-giuridici indefinibili. Ma è solo una vittoria di Pirro.
L’impalcatura del provvedimento ha ben poco di razionale e dopo ben tre anni di lavoro dei millanta soloni si procede a testa bassa, in evidente stato confusionale, e di conseguenza incapaci di apportare i dovuti aggiustamenti. E i nodi continuano a venire al pettine. Lo testimoniano i titoli giornalieri dei due maggiori quotidiani regionali. Eccone alcuni solo degli ultimi giorni. “Il Piccolo”: “Monfalcone, pronto soccorso al collasso. E reparti da tutto esaurito”. E ancora: “Trieste, l’ospedale in ferie taglia su letti e sale operatorie”. “Messaggero Veneto”: “L’odissea di una bambina di 5 anni per avere idonee cure pediatriche”. Altro titolo: “Latisana, stop all’attività chirurgica: medici solo a chiamata”. Per non parlare di Gorizia dalle automediche, al pronto soccorso, alla “Salute” e tanto, troppo altro.
Ma cosa han fatto in tre anni tutti questi geni se non parlare? Tagliato e incasinato tutto, almeno stando a quello che accade quotidianamente, senza una strategia logica. E temiamo che il peggio debba ancora venire. Una vittoria di Pirro, dicevamo, in cui non troviamo nulla di cui gioire. Anzi.
Ma siccome si dice che la speranza è l’ultima a morire, ci auguriamo che si rendano conto degli sbagli. Noi cittadini stiamo andando incontro a disagi continui, a non avere una vera assistenza né cure adeguate. Ma stavolta noi cittadini ci ricorderemo di tutto e sicuramente sapremo come comportarci. Il 2018 non è poi così lontano.
Ci ricorderemo dei tanti danni fatti da questo Governo regionale. Ci ricorderemo dei tanti “paggetti” che hanno consentito al Governo stesso di farli (goffe le spiegazioni del dopo voto di alcuni consiglieri di centrosinistra del nostro territorio). E per molti sarà molto difficile riconquistare la cadrega nel palazzo di piazza Oberdan. I cittadini sono stufi di essere presi in giro, di essere considerati solo al momento delle elezioni, e stavolta sicuramente si comporteranno di conseguenza.
Pensavamo che il segnale del 5 giugno fosse stato capito, che la batosta elettorale fosse servita (Trieste, Pordenone, Cordenons…). Evidentemente no, evidentemente si ritengono una sorta di invincibile armata, ma ancora per poco. Il 2018 non è poi tanto lontano, ci ricorderemo!
FONTE: Foglio Goriziano - 7 Luglio 2016