LATISANA. Il fiume più studiato. Quattro commissioni tecniche dal 1972 al 2008. “Fiumi” di denaro pubblico, spesi per modelli idraulici, ricostruzioni, ipotesi progettuali, elaborati tecnici. E una soluzione che garantisca la salvaguardia dei paesi del basso corso del fiume Tagliamento e metta d’accordo tutti, ancora non è stata trovata. Intanto di anniversario in anniversario, oggi sono 51 anni, dalla prima alluvione che devastò Latisana: fra nove settimane saranno invece 50 dalla seconda alluvione. E se entrambe sono state definite dagli esperti eventi con tempi di ritorno di 100 anni, il giro di boa è compiuto.
Allo stato attuale gli argini di Latisana e San Michele al Tagliamento non sarebbero in grado di contenere un’ondata di piena con un volume di oltre 4 mila metri cubi al secondo, una portata simile a quella che i calcoli dell’epoca ipotizzano per le due alluvioni. Oggi sarà una giornata del ricordo sommessa, il cui unico evento è una mostra fotografica (inaugurazione alle 17), nell’ex caffè Commercio di piazza Garibaldi.
Ma è solo un silenzio “propedeutico”, il boato di piazza ci sarà il 4 novembre, in occasione del 50º della seconda alluvione. E sarà una tre giorni durante la quale Latisana alzerà la testa e tornerà a chiedere, dopo anni di silenzio, che chi in dovere intervenga. Ci saranno il ricordo del dramma, le simulazioni di emergenze con i volontari della Protezione civile e il momento delle promosse politiche, con un tavolo che vedrà la partecipazione anche degli amministratori regionali. Perché «la soluzione» c’è. Lo sbarramento a monte. Ma non piace. E allora fra polemiche, accuse e “scaricabarile”, Latisana si appresta a celebrare il 51º anniversario di un evento che ha provocato morte e distruzione e tutto è ancora irrisolto. Manca un pronunciamento ufficiale, sull’intervento previsto a Pinzano, da parte della Regione, nonostante il sollecito (del 2014) della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che voleva inserire i lavori fra le priorità e arrivare all’appalto in tempi stretti.
FONTE: MessaggeroVeneto - 02 settembre 2016
Vedi anche: Trecento foto raccontano vent’anni di paese - 02 settembre 2016