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Il leader della Lega nord a Udine: «La macroregione del Nordest? Non esiste al mondo una possibilità del genere»
UDINE. La Macroregione non fa parte dell’agenda politica della Lega Nord. Matteo Salvini a Udine prova a mettere la parola fine, definitivamente, alle polemiche sorte in Fvg dopo la sottoscrizione del “Patto del Nord” da parte di due governatore leghisti – Luca Zaia e Roberto Maroni – e uno targato Forza Italia – Giovanni Toti – che prevede l’accorpamento con le Regioni vicine di quei territori che non superano il milione e 500 mila abitanti.
Dopo la retromarcia di Zaia, e le assicurazioni di Fedriga, dunque, Salvini ha cercato di ricompattare, una volta per tutte, il fronte padano in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre.
Zaia ha avuto un grande merito – ha spiegato – cioè quello di ricordare ai friulani che hanno ancora una governatrice. Serracchiani è viva, avevamo preoccupazione perché era scomparsa, stavamo per contattare “Chi l’ha visto”. Invece abbiamo notato che c’è ancora e, almeno a parole, si occupa del futuro della Regione.
Zaia ha già spiegato di non voler toccare la Specialità del Fvg, ma, al di là di questo, assicuro a tutti i friulani che nessuno della Lega ha intenzione di mettere in discussione l’Autonomia di questa terra».
Resta, però, il fatto che nell’accordo siglato a Milano si parli espressamente di macroregione del Nordest con il Fvg – assieme al Trentino-Alto Adige – accorpato al Veneto in un’unica, grande, realtà territoriale.
Non esiste al mondo una possibilità del genere – ha proseguito Salvini – e, al massimo, quella carta può rappresentare l’iniziativa di tre governatori, certamente non la posizione ufficiale della Lega.
D’altronde un discorso sarebbe, come sosteneva Miglio, il progetto di trasformazione dell’Italia in una repubblica federalista basata su tre grandi macroaree, un altro pensare di risolvere i problemi unendo il Fvg con il Veneto o il Molise con l’Abruzzo».
Anzi, secondo il segretario nazionale del Carroccio, a mettere in discussione la Specialità regionale non è la Lega, ma la riforma costituzionale che porta il nome del ministro Maria Elena Boschi.
L’endorsement di Obama a Renzi – ha concluso Salvini – è ridicolo e non sposta di un centimetro la nostra posizione. Questa è una riforma centralista, che mette in discussione non soltanto le Regioni ordinarie, ma anche il futuro delle Autonome e che svuota completamente di competenze gli enti locali.
Il favore degli italiani – sempre secondo l’europarlamentare – è quindi quello «di votare in maniera compatta NO al referendum per cominciare, dal giorno successivo, un’opera di pulizia a palazzo Chigi e, per quanto riguarda il Fvg, lanciare un ulteriore preavviso di sfratto alla giunta Serracchiani».
FONTE: MessaggeroVeneto - 19 Ottobre 2016