TRIESTE. Il disegno di legge sulla soppressione delle Province è stato approvato in serata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con 23 voti a favore (la Giunta, tutti i gruppi di centrosinistra e Pustetto del gruppo Misto), 12 voti contrari (FI, AR, LN, FdI/AN e Violino del gruppo Misto) e 6 astensioni (M5S e Colautti di Ncd).
Prima della votazione finale, la Giunta si era detta favorevole all'ordine del giorno del gruppo Cittadini, Gratton (Sel-FVG) Gabrovec (Pd-Ssk) e Piccin (FI) con cui si impegna a promuovere un tavolo di confronto con i soggetti maggiormente coinvolti dal passaggio che c'è stato, dalle Province ai Comuni, delle funzioni amministrative in tema di autorizzazione alla raccolta e commercializzazione dei funghi.
Un secondo ordine del giorno - di Colautti e Cargnelutti (Ncd), Violino e Barillari (Misto), Revelant (AR) e Gabrovec (Pd-Ssk) - impegna la Giunta a partecipare alle sedute della V Commissione consiliare che potrebbero essere convocate per approfondire tematiche quali i rapporti tra Costituzione e Statuto regionale.
In precedenza, il consiglio aveva approvato tutti gli articoli accogliendo diversi emendamenti tra i quali alcuni modificativi e talora di carattere eminentemente tecnico-normativo, altri finalizzati a introdurre di nuove disposizioni.
Recepite alcune modifiche. Fra le modifiche recepite quelle - proposte dall'Esecutivo - per disciplinare che le strade provinciali passino in capo alla Regione senza alcun trasferimento agli Enti locali, quelle - su iniziativa di Gratton (Sel-FVG) - riguardanti il trasferimento alle UTI delle funzioni in materia di consigliere e consigliera di parità operanti a livello di «area vasta», quella giuntale che chiarisce che le variazioni alle normative di settore indicate hanno effetto dall'1 gennaio ossia alla medesima data in cui la competenza all'esercizio delle relative funzioni è spostata in capo alla Regione o alle UTI.
Ma anche quella proposta da Marsilio e Martines (Pd) con la quale si specifica che le decisioni relative ai beni della ex Comunità montana del Torre-Natisone-Collio sono assunte dalle UTI subentrate nella proprietà degli stessi, tenendo conto della volontà - vincolante - delle amministrazioni interessate.
Altre modifiche della Giunta sulle norme finanziarie introducono disposizioni sia per ricalibrare le quote dei mutui accesi dalle Province, sia in materia di contenimento della spesa disponendo che non rilevano - per la quota non a carico dell'ente locale - le spese per la promozione di attività socialmente utili, per lavori di pubblica utilità nonchè per cantieri di lavoro, data la finalità sociale degli interventi che trovano copertura in specifici finanziamenti regionali con spese a carico del bilancio della Regione.
Serracchiani in un tweet: mantenuto l'impegno con i cittadini. Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia «ha approvato la legge che sopprime definitivamente le Province» in Friuli Venezia Giulia. «Abbiamo mantenuto l'impegno preso con i nostri cittadini». Lo scrive il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in un tweet.
Panontin: si chiude un processo riformatore. Con l'approvazione in Consiglio regionale del disegno di legge sulla «Soppressione delle Province del Friuli Venezia Giulia e modifiche alle leggi regionali 11/1988, 5/2012, 26/2014 e 18/2015» «si chiude di fatto un percorso riformatore cominciato tre anni fa circa: un percorso lungo e non facile, che ha richiesto passaggi alle Camere per modificare lo Statuto».
Lo ha affermato l'assessore regionale alle Autonomia locali e al Coordinamento delle riforme Paolo Panontin al termine della seduta. «Durante il lavoro di Commissione e durante il Consiglio - ha rilevato l'assessore - alcuni emendamenti sono stati accolti, alcune piccole modifiche di natura puntuale e di dettaglio sono state apportate, ma l'impianto è quello uscito dalla Giunta e quindi dalla Commissione».
Del lavoro d'Aula Panontin ha apprezzato in particolare «il passaggio sull'articolo che disciplina in maniera puntuale e parzialmente diversa il meccanismo di finanziamento dei Comuni che stanno nelle Unioni territoriali intercomunali, meccanismo che lavora molto sull'autodeterminazione e la quantificazione autonoma della spesa delle funzioni da parte dei Comuni: in quell'emendamento - ha aggiunto Panontin - ci sono state diverse aperture da parte della minoranza che mi fanno ben sperare nel successivo atteggiamento degli amministratori e dei sindaci ancora non entrati nelle Unioni».
FONTE: MessaggeroVeneto - 24 Novembre 2016