L’allarme dell’ingegner Mario Causero che ha seguito i lavori sul fiume per dieci anni Secondo l’esperto le strutture di contenimento a sud di Latisana potrebbero anche rompersi
LATISANA. Argini in sabbia ormai incapaci di contenere per diverse ore un’ondata di piena di 3.500 metri cubi al secondo. Non una piena eccezionale. Una montana che a Latisana raggiunge i 7/8 metri di altezza. Di quelle che negli ultimi anni si sono viste. Spesso.
Basti pensare agli 8 metri e 80 del novembre 2012, o ai 7 metri e 72 del dicembre 2009. E volendo andare un po’ più indietro ci sono i 9 metri e 70 del giugno 1996. Piene alle quali vecchi studi attribuivano una ricorrenza di 20 o 30 anni ma che i mutamenti climatici, e soprattutto la portata delle precipitazioni, hanno notevolmente ridotto.
Piene che potrebbero mettere in forte crisi gli argini del Tagliamento, dall’abitato di Sabbionera, proprio davanti all’ospedale e fino alla frazione di Gorgo, se condizioni avverse, come un forte vento di Scirocco, mareggiate e alta marea, prolungassero la permanenza di tutta quell’acqua nel letto del fiume. Argini in sabbia che imbevuti d’acqua non sarebbero in grado di contenere la piena. Nel 1966, gli argini si spaccarono lasciando che il Tagliamento travolgesse Latisana, dopo 54 ore di piena da 3.500 metri cubi. Come se non bastasse, nel tratto di fiume in questione, per effetto dei gorghi, ci sono delle aree molto profonde, anche 12 o 15 metri sotto il livello del mare e un loro ingrandirsi potrebbe compromettere la stabilità degli argini.
Finora la storia ha dimostrato che il fiume ha sempre rotto più a monte, ma adesso il vero rischio è all’altezza del parco dei pappagalli, dove il fiume curva. A confermare lo stato di rischio, appena fuori dal centro abitato di Latisana, è Mario Causero, l’ingegnere che ha seguito tutti i lavori di diaframmatura degli argini, dal ponte dell’autostrada in Comune di Ronchis, fino all’altezza dell’ospedale di Latisana: dieci anni di cantiere, dal 2003 al 2013, per creare un’anima in cemento armato negli argini del fiume, per evitare una loro rottura. «Potrebbe esserci una tracimazione, ma è un’eventualità controllabile, per esempio con delle paratie mobili – ci spiega – altra cosa è il crollo dell’argine. E quelli posti a sud di Latisana sono in un materiale permeabile, se sottoposti a una piena prolungata, possono rompersi. Ecco perché l’intervento di messa in sicurezza di quel tratto di argine non è più rinviabile, in considerazione dei tempi di ritorno e dei cinquant’anni già trascorsi dalle due alluvioni. L’opera di laminazione a monte – aggiunge l’ingegnere Causero – è finalizzata a diminuire il livello di piena di passaggio a Latisana, di circa 30, 40 centimetri». «Proseguendo verso sud il rischio di cedimento degli argini cala, ma attenzione – avvisa Causero – una rottura porterebbe tutta l'acqua dritta a Lignano Riviera.
FONTE: MessaggeroVeneto - 26 Novembre 2016