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Latisana: le scelte delle partorienti diverse rispetto a quanto prospettato dalla Regione L’utenza del territorio preferisce rivolgersi ad altri ospedali, Udine e San Vito in primis
È arrivata dalla conferenza dei servizi, dedicata alla trasparenza, l’analisi su quanto accaduto dopo la sospensione del punto nascita dell’ospedale di Latisana. E con risultati decisamente diversi da quanto prospettato da Regione e Azienda sanitaria 2 Bassa Friulana-Isontina. L’utenza dell’ambito latisanese continua a non scegliere l’ospedale di Jalmicco, preferendo rivolgersi ad altre strutture sanitarie, in primis gli ospedali di Udine e di San Vito al Tagliamento: quindi fuori azienda, producendo così prestazioni soggette a compensazione da parte dell’Aas 2.
Insomma, qualcosa nei calcoli di chi a marzo ha deciso di chiudere (temporaneamente) il punto nascita di Latisana non ha funzionato. La conferma è arrivata giovedì sera, dai dati che l’Aas2 ha illustrato durante la conferenza dei servizi e nella giornata della trasparenza, ospitata a Palmanova, nella polveriera napoleonica. Numeri che indicano come da gennaio a settembre, all’ospedale di Jalmicco, ci sia stata una crescita di soli 40 parti.
Partendo dai parti registrati a Latisana nel 2015 (441) ci si aspettava per Palmanova una crescita delle nascite di circa 230 unità, “figlia” della trasfusione tra Latisana e l’ospedale di Jalmicco. Dove sono andate a partorire, quindi, le circa 190 donne (teoriche) che mancano all’appello? In altre strutture, evidentemente, fuori dalla competenza dell’Aas 2. «Palmanova, con Latisana e Gorizia chiuse, incrementa le nascite di 40 unità in nove mesi? Questa è la prova che lì, il bisogno è debole, perché l’offerta è ricca, tre punti nascita a 25 chilometri uno dall’altro», commenta Renata Zago, presidente del comitato Nascere a Latisana, presente alla conferenza di giovedì. «Significa che le mamme che dovevano partorire a Latisana sono andate altrove e quindi l’Aas 2 dovrà rimborsare i rispettivi costi. E si è rinunciato volontariamente agli introiti di quel 30 per cento di utenza veneta che sceglieva Latisana. Ma nessun amministratore si indigna? Tutti approveranno contenti il nuovo bilancio dell’Azienda, comprensivo anche di questi nuovi costi? Io non ho visto amministratori di Latisana».
Per l’assessore regionale alla salute, Maria Sandra Telesca, si tratta invece di compensazioni minime, dovute a tariffari non aggiornati, che non incidono sul bilancio dell’azienda perché si tratta di utenza comunque regionale che si sposta da azienda ad azienda. L’assessore non commenta, invece, il limitato trend di crescita registrato a Palmanova dopo la chiusura di Latisana. «Fra pochi giorni avremo a disposizione i parti totali, con dati riferiti anche alla residenza delle partorienti, allora sarà possibile un ragionamento più completo sugli spostamenti».
FONTE: MessaggeroVeneto - 17 Dicembre 2016