LATISANA. Lavori in corso fino a tutto giugno. Però a reparto aperto. E c’è chi segnala il disagio di trovarsi a partorire in un reparto diventato un’area di cantiere, separato dai lavori in corso, solo da tende o pareti in truciolare, che non fermano rumore e polvere.
È questo ciò che una signora residente in un Comune della Bassa occidentale, area di riferimento dell’ospedale di Latisana, nei confronti della quale manteniamo l’anonimato per rispettare la sua richiesta, ha trovato quando ha raggiunto l’ospedale di Palmanova. Imbottigliata, in auto con un’amica, nel traffico dell’autostrada. Bloccata dall’ennesimo incidente, ha impiego più di un’ora per raggiungere Jalmicco, con le contrazioni ogni cinque minuti e quando ha raggiunto il reparto non voleva credere ai proprio occhi. Ce lo descrive come «un ospedale da campo», dove a dividere le zone aperte ai visitatori dalle stanze attrezzate per il parto sono solo delle tende.
«Nessuna segnalazione o reclamo ufficiale, né all’azienda, né all’ospedale. Quindi per noi tutto procede regolarmente». La conferma arriva direttamente dal direttore generale dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 2, Bassa Friulana-Isontina, Giovanni Pilati.
«Il reparto di Palmanova è stato accreditato con alcune prescrizioni su indicazione delle quali è stato redatto un progetto e ora sono in corso i lavori di adeguamento, che termineranno entro giugno – descrive la situazione Pilati –, i lavori si stanno svolgendo sotto la responsabilità della direzione medica dell’ospedale e sono stati strutturati in modo tale da mantenere operativo il reparto, con l’attività chirurgica che si svolge in un’altra area».
Eppure quella appena raccontata è solo una delle segnalazioni giunte in questi giorni anche al comitato “Nascere a Latisana”, «le donne che si recano per visite, parti o accertamenti, al punto nascita di Palmanova riferiscono che sono in corso lavori di particolarmente invasivi nei locali prossimi gli ambulatori, alle stanze di degenza e alle sale parto – spiega la presidente del comitato, Renata Zago – opere che richiedono l’uso di strumenti rumorosi, che interferiscono negativamente, come si può ben capire, con la tranquillità dovuta a future e neo-mamme. E un cantiere comporta sempre la presenza di molta polvere, cosa che non si coniuga assolutamente con la pulizia e la sterilizzazione necessarie per una donna fresca di parto e il suo bambino. Tutti sanno che le sale parto di Palmanova necessitavano di adeguamenti, ma mi immaginavo che ciò venisse fatto salvaguardando quella sicurezza e quell’umanità da cui non si deve mai prescindere quando si tratta di mamme e neonati».
FONTE: MessaggeroVeneto - 25 Maggio 2017