Tognato (Fi): l’assessore Vito fa dietrofront sui propri impegni
LATISANA. Ospite nella città della Bassa, in occasione del cinquantesimo anniversario dall’alluvione del 1966 del fiume Tagliamento, l’assessore regionale Sara Vito ha annunciato l’avvio delle opere di laminazione a monte del corso del fiume. Salvo poi, pochi giorni dopo, illustrare alle comunità dell’alto corso le sole opere che andranno realizzate nel tratto finale del fiume.
«La Regione sembra proprio attenersi al vecchio detto del colpo al cerchio e colpo alla botte – ha commentato ieri il coordinatore comunale di Forza Italia, Andrea Tognato – a pochi giorni dai ridondanti proclami dell’assessore Sara Vito sui lavori da fare nella parte alta del Tagliamento, restiamo basiti di fronte a ciò che anche oggi riporta la stampa locale con l’assessore Vito che bissa la sua performance e mette la parola fine sul progetto della traversa prevista nella parte di alta del fiume. Un esempio di “cerchiobottismo Serracchianico” da manuale: a Latisana dice che i lavori li fa a nord, a Dignano dico che li fa a sud. E tutti felici e contenti. A questo punto l’assessore regionale deve essere chiara e dire quando intende dare il via ai lavori a nord. Ribadendo che qualsiasi intervento in favore della sicurezza per la nostra comunità è sempre ben accetto – commenta ancora Tognato – vogliamo ricordare quanto detto e scritto dagli esponenti comunali di Forza Italia nei giorni scorsi: a Latisana, con il pieno sostegno dei precedenti consigli comunali e con la collaborazione tra le diverse amministrazioni, già si è fatto molto. I lavori di rafforzamento degli argini sono già stati realizzati lungo il centro abitato fino al confine con la frazione di Gorgo. Quindi, prima di fare annunci propagandistici di così breve respiro, chi rappresenta la Regione dovrebbe fare una valutazione più attenta della storia recente e dei fatti che la compongono».
In una nota ufficiale a nome di tutto il coordinamento comunale di Forza Italia e del gruppo consiliare, Tognato ribadisce come «su un argomento così importante per la nostra comunità, saremo a fianco del sindaco di Latisana, pronti a dargli tutta la nostra collaborazione di partito, per ottenere quanto promesso dall’assessore Vito,
Fedriga sfida Parisi: resto candidato - da
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Elezioni regionali 2018. Il segretario della Lega interviene sul forum realizzato dal Messaggero Veneto: «Rifletta sul perchè ha perso a Milano»
UDINE. Stefano Parisi era conscio di come le sue parole, legate alla necessità di smarcare il centrodestra dal dominio leghista in Italia e in Fvg, avrebbero alzato un polverone. A Roma e Milano, certamente, ma anche a Trieste e Udine dove l’intervista dell’ex candidato sindaco di Milano – incaricato da Silvio Berlusconi di provare a riunire le anime disperse della coalizione – ha suscitato più di qualche mal di pancia, in particolar modo – anche se non esclusivamente – in casa del Carroccio.
D’altronde pensare che Massimiliano Fedriga alzasse bandiera bianca per quanto riguarda la propria candidatura alla presidenza della Regione in base a un “diktat” parisiano sarebbe stato un azzardo, un pensiero che soltanto chi non mastica nulla di politica avrebbe potuto pensare di trasmettere in pubblico.
Lo sapeva Parisi così come Massimo Blasoni e Riccardo Riccardi – i due esponenti di Forza Italia che lo hanno affiancato nella sua tappa udinese – e, infatti, Fedriga non soltanto non getta la spugna, ma rilancia “sparando” sul manager pubblico.
«Ognuno è libero di dire quello che vuole – ha spiegato il capogruppo leghista alla Camera –, ma io ero e resto in piena corsa. Noto con piacere, in ogni caso, come Parisi abbia scoperto dove si trova la nostra regione considerato che, in quanto a poca presenza sul territorio, se la gioca con Serracchiani. Magari, però, lo inviterei la prossima volta a fare più attenzione alle città dove si candida, senza riuscire a battere la sinistra, invece di venire qui a impartire lezioni su come dovrebbero comportarsi il centrodestra friulano per vincere».
E anche se il segretario regionale del Carroccio invita tutti a concentrarsi sul nocciolo della questione e cioè che «il problema di questa Regione è cacciare Serracchiani il prima possibile e in quest’ottica non abbiamo tempo da perdere con i Parisi di turno», non può esimersi dal lanciare un messaggio, più o meno duro a seconda dei punti di vista, anche a Forza Italia e in particolare alla coppia Riccardi-Blasoni.
«Non so perché fossero al suo fianco – ha concluso – visto che Parisi non mi risulta essere un rappresentante del loro partito e per la verità nemmeno un iscritto. Probabilmente è un loro amico. Può essere, ognuno sceglie le compagnie che preferisce, ma se posso permettermi, per il futuro, consiglierei di circondarsi di amici migliori».
Una reazione a muso duro, dunque, quella di Fedriga che conferma come i giochi all’interno del centrodestra non siano certamente già chiusi in vista del 2018. La corsa è lunga, impegnativa e porta con sé il rischio – non di poco conto come insegna la storia recente del blocco conservatore – di minare le fondamenta della coalizione.
Sempre a condizione, ovviamente, che lo schema di gioco con il quale ci si avvicinerà alle Regionali (siano esse tra un anno e mezzo o nella prossima primavera) sia quello che abbiamo sotto gli occhi oggi. Perché la sensazione netta è che dopo il 4 dicembre – in caso di vittoria di Renzi ma pure se il premier dovesse perdere – nulla sarà più come prima.
A sinistra, senza dubbio, ma attenzione a quello che potrebbe accadere a destra. Perché il fiume carsico è già in movimento e più di qualcuno comincia a sussurrare una serie di alleanze variabili che potrebbero portare a polarizzare ulteriormente lo scontro: con gli “estremi” da una parte e un grande blocco moderato al centro. Fantascienza? Forse, ma in fondo vi stupirebbe davvero così tanto?
Lavori anti-piena, Benigno: sempre collaborato - da
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Latisana: Fi non ci sta e replica alle accuse mosse dal sindaco durante l’anniversario dell’alluvione
LATISANA. «Ciò che è stato realizzato finora, per la messa in sicurezza dal fiume Tagliamento, è frutto proprio della collaborazione che negli anni ha visto i vari sindaci di centrodestra agire, in pieno accordo, con tutte le componenti del consiglio comunale».
A “ricordarlo” al sindaco Daniele Galizio è la segreteria comunale di Forza Italia, dopo le sue dichiarazioni durante l’anniversario dall’alluvione del 1966, a favore di una collaborazione di tutte le forze politiche: «i rapporti con la Regione, che fosse di centrodestra o di centrosinistra, sono stati sempre problematici – scrive la segreteria di Fi in una nota – e le battaglie, si sappia, non sono finite. Dovremo tutti vigilare quando si tratterà di prevedere e realizzare le opere di trattenimento delle acque di piena nel medio e basso Tagliamento. Tutti interventi previsti e definiti necessari – ricorda Forza Italia – dal Laboratorio Tagliamento, istituito dalla Giunta Tondo».
Quanto ai lavori già realizzati ci pensa l’ex sindaco di Latisana, Salvatore Benigno, a elencarli, ribadendo comunque il concetto che Latisana non è ancora al sicuro dalla furia del Tagliamento. «Nel tempo la città e chi l’ha amministrata, hanno pienamente risposto a quanto richiesto, per avere un minimo di sicurezza, tanto da poter affermare che «ciò che si doveva fare da noi è stato fatto» diaframmatura degli argini in maniera da renderli più sicuri, sbancamento delle golene, con l’obiettivo di allargare l’alveo del fiume per fornirgli maggiore capienza, modifica del piano regolatore comunale con la prescrizione di costruire solamente al di sopra di 30 centimetri dal piano campagna, pulizia dalla vegetazione della sponda veneta del fiume, per garantire il deflusso delle acque e innalzamento del ponte ferroviario da parte di Rfi al fine di evitare, in caso di ondata di piena, l’effetto diga. Altri ora devono fare la loro parte e completare gli interventi di messa in sicurezza del corso del fiume, in primis la Regione e lo Stato, garantendo interventi “simultanei” di messa in sicurezza del corso del fiume, sia a valle che a monte».
Allarme Tagliamento: erosioni, tane di nutrie e vegetazione infestante - da
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LATISANA e SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO (Udine) - Sono passati 50 anni dalla tremenda alluvione che ha portato sott'acqua Latisana e il rischio permane anche oggi.
«È necessario programmare interventi continui sia per mantenere l’apparato esistente, sia per garantire sicurezza in futuro nell’ottica dei cambiamenti climatici in corso». Massimo Canali, direttore del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, ripercorrendo l’evento che mezzo secolo fa portò sott’acqua Latisana, raccomanda tutte le precauzioni possibili affinché ciò non riaccada. Ospite di un convegno a San Donà di Piave a cura del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, Canali ha fatto un excursus sugli interventi di cui necessitano gli argini del Tagliamento, fiume unico che tocca Veneto e Friuli e quindi entità diverse, “ma se da una parte taglia due regioni, dall’altra unisce negli intenti due consorzi - ha sottolineato Canali -. Più il tempo passa più il rischio aumenta. Bisogna essere pronti: le risorse sono limitate, i danni potenziali alti, soprattutto nella zona a sud di Latisana e a ridosso della laguna».
La fotografia scattata nel 2009 dalla Protezione Civile della Regione Fvg - uno studio approfondito delle arginature, dal Tagliamento fino al Timavo, che ha classificato tutti i tipi di argini - giunge dopo un lungo periodo di torpore dalle riparazioni post 1966 e profila un quadro preoccupante: crescita di vegetazione arborea, colmo di limitate dimensioni, tane di nutrie e tassi, infiltrazioni di acqua salmastra, danni per erosione sono solo alcune delle problematiche emerse.
Tra 100 anni la zona perilagunare sarà più bassa di mezzo metro «Oggi sappiamo qual è lo stato degli argini, al di là delle competenze. Quel che è certo è che fra 100 anni la zona perilagunare sarà più bassa di mezzo metro». La Regione, dopo lo studio, ha investito finanziando dei lavori, a cura del Consorzio e della Protezione Civile, che coinvolgono anche alcuni Comuni, ma il percorso non è ancora completato. Il direttore del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana ha poi sintetizzato ciò che accadde a Latisana 50 anni fa, una tempesta “quasi perfetta” in cui, per fortuna, mancò un elemento decisivo: la marea astronomica, in quella meteorologica nel 1966 furono concomitanti vento, temperatura, onda di sessa. «Se fosse stata al suo picco avremmo avuto conseguenze ancora più disastrose».
Presidio pediatrico, è scontro in minoranza: - da
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C’è chi preferisce la visibilità ai risultati: Ci sono partiti politici e movimenti civici del territorio più interessati allo scontro e alle barricate, per ragioni di esistenza e visibilità, piuttosto che alla ricerca di una dura e faticosa mediazione, per gli interessi del cittadino.
L’attacco, all’indirizzo di Forza Italia, Movimento 5 Stelle e comitato Nascere a Latisana, arriva dal capogruppo in consiglio comunale della lista Uniti per Latisana, Filiberto Fantin, dopo lo scetticismo espresso nei confronti del tavolo tecnico Uti-Regione e della proposta di attivare un presidio pediatrico sulle 24 ore all’ospedale di Latisana: «Altre forze di minoranza, come Fratelli d’Italia e Lega Nord – rincara Fantin - si pongono in modo più costruttivo, riconoscendo la bontà del risultato e spronando l’amministrazione a proseguire su questa strada.
Abbiamo un territorio finalmente unito, che comincia a farsi valere nei tavoli di discussione, dove prima altri non erano nemmeno riusciti ad arrivare perché sempre più attenti alla divisione politica che all’unione d’intenti – è la posizione di Uniti per Latisana - dopo anni di scelte penalizzanti per tutto il territorio di Latisana, non possiamo non prendere atto in modo umile e obiettivo, che qualcosa è cambiato. Dove ci porterà la negoziazione del tavolo tecnico si vedrà, ma intanto si è ottenuto il ripristino del servizio che più era necessario e urgente, quello pediatrico, con la presenza del medico h24, ogni giorno dell’anno.