Ultim’ora: arrestato a Latisana il pericoloso latitante Bortoluzzi - da
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Latisana – È durata ventiquattro mesi la latitanza di Rolando Bortoluzzi, pericoloso boss di Latisana, che nella notte è stato assicurato alla giustizia. Non ha opposto alcuna resistenza quando i carabinieri, dopo aver fatto irruzione nel suo covo, lo hanno sorpreso mentre sfogliava una rivista sui metodi di prevenzione delle unghie incarnite.
“Non rispondeva più al telefono”, “Non replicava ai nostri messaggi su WhatsApp nonostante fosse online”. Sono solo un paio delle testimonianze raccolte dai suoi ex amici, i quali si insospettirono improvvisamente quando la madre di lui disse loro che fosse andato in Molise. “C’era qualcosa che non andava – afferma uno di loro -. Nessuno è mai andato in Molise, regione la cui esistenza non risulta nemmeno certificata”. Temevano di perderlo così denunciarono la scomparsa di Rolando .
I carabinieri ben presto hanno scoperto che dietro quel nome si nascondeva un enorme giro di affari e di estorsioni legato alla rimozione di antenne e di cavi di collegamento telefonico. La svolta delle indagini è arrivata in seguito alle affermazioni di un pentito: “Il credo della cosca si basa sull’obbligo di non rispondere ad alcun messaggio e a nessuna telefonata. Una mattina diedi il buongiorno a una ragazza che mi piaceva e, in questo modo, finii per tradire i miei soci”.
Le forze dell’ordine, così, sono riuscite ad individuare il bunker del superlatitante che si nascondeva nel sottoscala dimenticato di un colorificio di Latisana. Interrogato dai magistrati, Rolando Bortoluzzi è stato costretto a vuotare il sacco: “Non volevo rispondere a telefono. Chiedevo ai miei amici di non chiamarmi, ma lo facevano lo stesso, quindi cominciai a non rispondere a nessuno. Fu allora che decisi di liberare gli uomini dalla schiavitù del telefonino istituendo un racket finalizzato a diminuire il volume delle telecomunicazioni”. Pesante la condanna del giudice che ingiunge al criminale di richiamare una volta visualizzata la chiamata persa.
«Due pesi, due misure» Cavalese ha la deroga e Latisana si arrabbia - da
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Nonostante la metà dei parti il punto nascita trentino resta aperto Il comitato non ci sta: la politica friulana non ha voluto battersi
LATISANA. Una provincia autonoma, quella di Trento. Una regione a statuto speciale, il Friuli. Un ospedale, quello di Cavalese, al servizio di un’importante area turistica. Un altro ospedale quello di Latisana, presidio di riferimento per i turisti dell’Alto Adriatico. Un parametro di 500 parti l’anno da rispettare. Però sono solo 230 i bambini nati a Cavalese nel 2015 e 445 quelli nati a Latisana.
Fin qui sembrerebbe tutto uguale, ma non è così. La differenza è data dalla deroga del Ministero della Salute, arrivata qualche settimana fa. Su richiesta della Provincia autonoma di Trento, la commissione ministeriale ha concesso di mantenere aperto un punto nascita che non è arrivato alla metà dei parti previsti dai parametri numerici.
Deroga, invece, negata – questo è quanto ha riferito la Governatrice Debora Serracchiani, durante il consiglio comunale di Latisana lo scorso 25 luglio – alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
«La Provincia Autonoma di Trento è stata più brava? No, semplicemente si è battuta per garantire il diritto alla salute dei suoi cittadini – sbotta la presidente del comitato Nascere a Latisana, Renata Zago -. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha fatto tutto il possibile in egual misura? Non lo sappiamo: se sì, allora la presidente renda pubblica la lettera con cui ha chiesto tale deroga per il punto nascita di Latisana. Se non lo farà dimostrerà che, a differenza di Trento, la politica regionale friulana non ha voluto battersi. Quindi, se malauguratamente dovesse arrivare quell’evento avverso, che tutti ormai temono dopo la chiusura, sapremo a quale porta bussare. La deroga concessa all’ospedale di Cavalese è la dimostrazione concreta che i 500 parti non c’entrano con la sicurezza, sono un’indicazione contenuta nelle linee-guida ministeriali che, lo dice la parola stessa, sono delle raccomandazioni, non sono vincolanti come una legge».
«Il governo regionale continua con questa storiella come un disco rotto, come se delle semplici linee-guida fossero un vangelo – ribadisce secco la presidente del comitato - e anche la fiaba della sicurezza non si può più sentire, specialmente alla luce di quanto è accaduto solo poche settimane fa all’ospedale di Palmanova, quando l’apposita commissione ministeriale ha espresso forti perplessità sulle sale parte palmarine che non hanno ricevuto l’accreditamento, come per altro anche il reparto di pediatria, carente sotto il profilo dei posti letto ora che deve fornire risposta anche all’utenza della Bassa occidentale, dopo la chiusura delle degenze dell'ospedale di Latisana. Una mancanza di sicurezza quella di Palmanova, dichiarata dallo stesso direttore generale dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 2, Giovanni Pilati».
«Alla luce di tutto questo ci chiediamo: perché tanta fatica per difendere una scelta, quella di chiudere il punto nascita di Latisana, razionalmente indifendibile – rincara la Zago -. A chi giova? Non sarebbe stato più semplice motivare tale chiusura con la famosa e irriverente frase del Marchese del Grillo?»
La notizia della deroga concessa all’ospedale di Cavalese, decisa fra l’altro sulla base della posizione geografica e dei servizi di eccellenza, una fotografia ricalcabile perfettamente anche sul punto nascita di Latisana, accentua ancora di più la delusione da più parti manifestata, all’indomani della presenza in consiglio comunale a Latisana, della Governatrice e dell’assessore alla salute, Maria Sandra Telesca.
«Abbiamo chiesto di conoscere i flussi, di pubblicare i dati, di correggere disservizi di cui abbiamo portato esempi pratici: tutto ciò è scivolato nell’indifferenza, salvo poi l’annuncio della creazione dell’ennesimo, improbabile tavolo tecnico – ricorda la presidente del comitato Nascere a Latisana – e come se non bastasse ci hanno dato ancora una volta delle ignoranti, dicendoci beffardamente che nella legge di riforma sanitaria non si parla di chiusura dei punti nascita. Ma la delibera del 30 dicembre 2014 indica chiaramente che sui due ospedali della Bassa friulana, il punto nascita resterà in una sola sede»
LATISANA, un piano per salvare pediatria - da
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Dopo il taglio del servizio, l'azienda sanitaria ha aperto un bando per due tecnici da affidare alla «guardia sulle 24 ore»
LATISANA. La politica che, ospite lunedì scorso del Consiglio comunale di Latisana, non lascia margini di ripresa, dopo i tagli subiti quattro mesi fa dal dipartimento materno infantile dell’ospedale di Latisana, con la sospensione del punto nascita e lo stop alla guardia pediatrica e ginecologica.
E i tecnici, nello specifico il direttore generale dell’Azienda per l’assistenza 2, Bassa Friulana-Isontina, che venerdì firma due decreti, «per azioni finalizzate ad assicurare la guardia attiva sulle 24 ore». Pediatria e ginecologica.
Non due proclami, ma due certezze: un decreto prevede la firma di una convenzione con l'Azienda 5 del Friuli occidentale per il ginecologo e l’altro la sottoscrizione di due contratti, a tempo determinato e da lavoratore autonomo, per altrettanti pediatri.
Ad accelerare i tempi, a quanto pare, una nota congiunta di fine giugno, a firma dei responsabili dei reparti della ginecologia e ostetricia e della pediatria, con la quale evidenziano «la necessità di poter assicurare l’erogazione dei livelli minimi di assistenza e la turnistica, nelle due sedi di Latisana e Palmanova» e quindi suggeriscono alla direzione dell’Aas2 di acquisire prestazioni anche da professionisti esterni all’Azienda.
Quindi, nella necessità di assicurare la guardia attiva nelle 24 ore del personale medico specialista in pediatria e nell’impossibilità di attivare rapporti di dipendenza, l’Azienda ha intrapreso la strada dei contratti di collaborazione professionale.
Allegato al decreto firmato venerdì dal direttore, Giovanni Pilati c’è già il bando di selezione, per titoli e colloquio, per formulare una graduatoria di idonei, valida tre anni, da utilizzare per l’assunzione, con rapporto a tempo determinato e unico, di dirigenti medici della disciplina di pediatria.
Ma visti gli esiti dei precedenti bandi l’Azienda ha stabilito, nello stesso decreto, di indire una procedura selettiva a evidenza pubblica, per attivare contratti di lavoro autonomo con laureati in medicina e chirurgia specialisti nella disciplina di pediatria.
Convenzione già pronta invece per quanto riguarda ginecologi e ostetrici: venti giorni fa l’Aas 5 del Friuli Occidentale ha dato la propria disponibilità ad attivare «un rapporto di collaborazione per turni di guardia attiva di ostetricia e ginecologia negli ospedali di Latisana-Palmanova da parte di propri dirigenti medici».
E il disciplinare della convenzione è stato approvato già venerdì assieme al decreto. Una convenzione, valida fino al 31 dicembre 2016, che come nel caso dei pediatri, compensa la carenza di graduatorie utilizzabili.
FDI. LANFRANCO SETTE ELOGIA SERRACCHIANI: E’ SCOPPIA UN CASO POLITICO REGIONALE - da
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La sintesi. Afferma Riccardi su twitter: “Qualcuno pensi a lei (Serracchiani), non sa quel che dice. L. Sette: “Lei (Serracchiani) non è presidente di regione per caso”.
Ora la Prosa
Basta andare sul sito del comune di Latisana e riascoltare lo streaming della seduta del consiglio comunale di lunedì scorso per capire.
L’assemblea è numerosa e sono presenti anche Serracchiani e Telesca, tema l’ospedale.
Durante il suo intervento, il capogruppo di Fratelli d’Italia Lanfranco Sette, esprime parole di sorprendente elogio per la presidente Serracchiani, il pubblico resta di sasso.
Ecco il passaggio che ha stordito l’intero centrodestra della bassa, dice Sette: “…sappiamo che lei (Serracchiani) ha una grande capacità politica, non è presidente della regione per caso, lo è meritatamente…”
Lanfranco Sette è uno degli esponenti di punta di Fratelli d’Italia della regione, il partito di Giorgia Meloni. Cosa si cela dietro questo imprevisto affetto di Fratelli d’Italia per la presidente Serracchiani? Le domande sono molte. I sospetti giunti a Leopost, irriferibili. Sullo sfondo, l’accordo fra Fratelli d’Italia e Galizio: come rimborso per aver contribuito alla sconfitta di Benigno, il neo sindaco Galizio piazza due esponenti del partito di Lanfranco Sette nei Cda dell’Asp locale e nel Cda dell’asilo, rispettivamente Gino Ambrosio, fratello del capolista di FdI/An Francesco e il candidato consigliere nella lista di Lanfranco Sette, Antonino Leanza. Il compenso a Fratelli d’Italia è concreto: politica da prima repubblica sull’argine. Resta il fenomenale elogio dell’avvocato Lanfranco Sette alla collega Serracchiani, una situazione complessa le cui conseguenze potrebbero riverberarsi anche su Codroipo, Monfalcone, Gorizia…
COMUNICATO STAMPA: La venuta a Latisana di chi governa la Regione FVG - da
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La venuta a Latisana di chi governa la Regione FVG, vanamente richiesta ed a lungo attesa dalla scorsa Amministrazione di centrodestra, si è "inaspettatamente" realizzata con l'insediamento della nuova Amministrazione di centrosinistra, più conforme e meno "disturbante".
La sintesi ed il vero messaggio politico di quanto sentito dalla viva voce della Presidente è semplicemente questo: nulla di quanto "sospeso" presso l'Ospedale di Latisana verrà riaperto e, pur essendo questo in netto contrasto con l'OdG presentato e approvato all'unanimità poco prima, nulla ha replicato nella sua chiusura il sindaco Galizio, limitandosi a ringraziare e a congedare il Presidente, da molti minuti insofferente per il prolungarsi dell'impegno, che ha proseguito verso quello successivo.
FORZA ITALIA ribadisce con determinazione l'inutilità di una tale "passerella" che lascia, come sola traccia, la volontà di costituire ("quanto prima" e "aperta a tutti i contributi" naturalmente) una commissione e/o un tavolo di lavoro. Un tavolo, del resto, in questo nostro Paese non si nega mai a nessuno: il Tagliamento, evocato anche dal nostro capogruppo, è lì a dimostrare la produttività di questi impegni!
Il "cambiamento" tanto propagandato in campagna elettorale si arresta al primo dosso incontrato sul percorso: accompagnati da fievoli richiami "alla gente", tanto cari alla sinistra, gli interventi della maggioranza e di certi sindaci cautamente allineati hanno fatto da copertura a veri propri "peana" in lode della "storica" riforma ospedaliera in divenire ad opera di questa Giunta Regionale.
La vera sorpresa, seppur da alcuni già profetizzata, riguarda l'entrata in maggioranza di FRATELLI D'ITALIA che in Consiglio ha dispensato, per bocca del suo consigliere, elogi sperticati alla Presidente, ma che a margine della stessa giornata ha piazzato due suoi rappresentanti nei CDA di nomina sindacale: i primi della RIVOLUZIONE GALIZIANA che, come molte rivoluzioni, assolda anche mercenari per rinforzare le truppe.
L'ingresso di FRATELLI D'ITALIA nei CDA non rappresenta in alcun modo la minoranza, ma sancisce il riconoscimento di quanto probabilmente già pattuito fin dall'inizio della campagna elettorale: un DENARO per ogni giorno trascorso dalle elezioni, quindi poco più dei TRENTA ricevuti da un noto personaggio del passato.
Il PD Latisanese, per cui ha gioito il Presidente della Regione sulle pagine dell'Espresso il 7 giugno, sembra fortemente annacquato da un indiscriminato uso del Manuale Cencelli che, grazie anche a esperti consiglieri ben radicati nella Prima Repubblica e nella tradizione direttoria del PCI, hanno rapidamente fatto proprio per soddisfare gli "appetiti" dei tanti che hanno costituito la "gioiosa macchina da guerra" guidata da Galizio.
Ci auguriamo per il bene della nostra Comunità che il CAMBIO, a cui si è richiamata la coalizione di centrosinistra, non si riferisse a quanto dato per dei favori ricevuti o anche peggio all'importanza data a valori quali la Lealtà e l'Onore, ma se così fosse saremo pronti per far sì che i cittadini sappiano quanto viene fatto da chi li rappresenta.