Minaccia con coltello carabinieri e medici: un 19enne in manette
LATISANA - I carabinieri della stazione di Latisana sono intervenuti, ieri, venerdì 15 aprile, verso mezzogiorno, nel centro di Servizio per le tossicodipendenze dell’ospedale della cittadina dove, i medici, spaventati e temendo per la loro incolumità, li hanno chiamati perché non sapevano più che fare con una persona in cura che era diventata molto violenta.
Si tratta di un 19enne del posto che, armato di un coltello a serramanico, aveva intimorito parecchio i sanitari e le altre persone presenti in quel momento. I militari dell’Arma hanno raggiunto subito il Sert e lo hanno perquisito, trovando il coltello, con una lama di circa 7 centimetri. Il 19enne non ha fatto cenno a calmarsi, anzi: l’ira è cresciuta e il giovane si è messo a inveire e a minacciare sia i carabinieri che medici e infermieri.
Alla fine è stato reso inoffensivo e tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale e per porto illegale di armi atte a offendere. In attesa del giudizio per direttissima, è stato portato nella sua casa in regime di arresti domiciliari.
È stato condotto in carcere lunedì dai Carabinieri di Latisana il giovane di 20 anni, del posto, che venerdì scorso all’ora di pranzo si era scagliato contro i medici dell’ospedale, in preda a una fortissima agitazione. Il ragazzo si era presentato in ospedale con un coltello a serramanico e i medici del Sert, che lo hanno in cura, si erano allarmati chiedendo l’intervento dei Carabinieri. Il ragazzo aveva poi dato in escandescenze, tentando di aggredire anche i militari e minacciando tutti i presenti. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti atti a offendere,era stato condotto agli arresti domiciliari.
La successiva attività investigativa condotta dai militari della stazione locale ha indotto il pm a chiedere e il gip a concedere la misura della custodia cautelare in carcere, eseguita lunedì dai Carabinieri.
LATISANA: Maddalena Spagnolo e il nuovo Vice Sindaco
Completato il rimpasto di Giunta dopo le dimissioni di Valvason. il Programma di Benigno.
Con le nomine decise ieri, si è chiuso il rimpasto di giunta provocato dalle dimissioni di Angelo Valvason, come conseguenza della decisione del suo gruppo di non aderire, assieme a Forza Italia, Lega Nord e lista Il Ponte, alla coalizione che punta a un Benigno bis. L'assessore alle pari opportunità, Maddalena Spagnolo, è il nuovo vicesindaco.
Il consigliere delegato Lauretta Iuretig da ieri può fregiarsi della qualifica di assessore alla cultura, mentre l'assessore all'urbanistica Cesare Canova ha in gestione anche le deleghe a turismo e attività produttive. «Accetto con responsabilità il ruolo di vicesindaco – ha detto l'assessore Spagnolo». Una nomina, hanno commentato assieme lei e il sindaco Salvatore Benigno, «che suggella un rapporto di fiducia e che consolida la collaborazione tra Forza Italia e Lega Nord sia per l'attuale maggioranza, sia per la cooperazione futura».
Chiuso il capitolo delle polemiche, Benigno intende cominciare a parlare del futuro e dei presupposti su cui si basa il progetto elettorale della sua coalizione, partendo da un principio: basta libri dei sogni. «Quello che stiamo vivendo è forse uno dei momenti più difficili degli ultimi anni – analizza Benigno – anche la nostra città si trova ad affrontare situazioni di crescente difficoltà. A tutto ciò bisogna rispondere con nuove soluzioni di governo locale».
Via libera quindi a una programmazione concreta «che tenga conto delle difficoltà dell'ente e del cittadino – rileva il sindaco –, che cerchi di risolvere i problemi conosciuti e affrontati in questi anni, dal sociale al sostegno alla famiglia, guardando allo sviluppo delle potenzialità già esistenti, soprattutto ambientali».
Secondo Benigno, gli interventi futuri andranno orientati verso il settore del sociale, con una forte attenzione alle fasce più deboli e verso i servizi alla persona, sviluppando allo stesso tempo azioni per una maggiore sicurezza del cittadino e per lo sviluppo economico, in particolare nel settore del turismo, anche per garantire maggiori opportunità di lavoro.
Benigno su Valvason: «Ha avuto visibilità e adesso la sfrutta»
LATISANA «La coerenza forse non è un valore per tutti». Poche parole per lasciar capire il gelo che ormai separa il sindaco Salvatore Benigno e l'ormai ex vicesindaco Angelo Valvason, dopo la decisione di quest'ultimo di correre contro la sua ex squadra. Quella stessa maggioranza che compatta continua a fare quadrato attorno a Benigno e, nel tentativo di ricompattare il centrodestra, ha esteso l'accordo elettorale alla lista civica Il Ponte. Quanto a Valvason – come scrive Benigno in una nota – la sua posizione "contro" è maturata già da molto tempo, «da quando – precisa il sindaco – approfittando della fiducia accordata dal sottoscritto, ha usato il suo importante ruolo per ritagliarsi una visibilità che ora vuole mettere a frutto per meri calcoli elettorali.
Vuole apparire come il "bravo ragazzo" che ha fatto il grande gesto, quando la realtà è ben diversa: se gli ideali sono cristallini i grandi gesti vanno fatti per tempo e non all'ultimo momento». Il riferimento è chiaramente alle dimissioni di Valvason, arrivate solo dopo aver annunciato l'accordo con Fratelli d'Italia, per correre "contro": «è lui che ha messo in difficoltà il tavolo politico su un accordo che aveva già il placet di tutte le altre forze politiche del centrodestra. Il resto sono solo scuse – replica Benigno – derivanti dal suo comportamento irresponsabile. Gli infingimenti non mi appartengono, lascio ad altri questo modo di fare politica. E sarà proprio l'ex vicesindaco a dover spiegare ai cittadini perché, a poche settimane dalle elezioni, rifiuta di accomodarsi al tavolo dove è stato seduto per cinque anni, prendendone tutti i benefici». Benigno prende soprattutto le distanze da un modo di «personificare lo scontro politico, cercando facili alibi», che secondo il sindaco coprono disegni presi già da tempo e cercano di mettere in difficoltà il raggiungimento di un obiettivo, «superare una volta per tutte gli "odi personali" e le divisioni – spiega – per attuare un programma elettorale che dia risposte concrete ai cittadini.
Questa strategia, forse volutamente, non è stata capita. Ma ai cittadini non interessano le continue baruffe e i bizantinismi di palazzo, ma i contenuti, il cosa farai se sarai eletto». E la risposta di Benigno «ai voltafaccia dell'ultima ora» è quella di andare avanti e cominciare a parlare di programma. Per esempio di un nuovo modello di ente locale, strutturato in funzione dei servizi richiesti dal cittadino, attivando un sistema di rilevazione dei bisogni e del grado di soddisfacimento degli utenti rispetto al servizio ricevuto.
Caso Latisana, il primario di pediatria: "Riforma necessaria per garantire sicurezza"
Perini: poco personale per gestire questa struttura e Palmanova. «Emergenze e attività ambulatoriali sono assicurate»
LATISANA. «La sospensione del punto nascita di Latisana è servito ai pediatri dell’Azienda sanitaria 2 Bassa friulana-Isontina a lavorare meglio. Ora siamo un numero adeguato per poter garantire i servizi». Parte da un concetto chiaro Roberto Perini, direttore della pediatria di Palmanova e Latisana: sicurezza.
«La carenza del personale pediatrico – precisa il dottore – e la difficoltà a reperirlo non ci permetteva di lavorare in sicurezza, avendo due ospedali da gestire. Alla fine a venire penalizzata era la stessa utenza».
Da venti giorni a Latisana le attività di ricovero ospedaliero pediatrico sono state sospese. E le polemiche non sono mancate. «Ciò non vuol dire – puntualizza Perini – che non si può nascere a Latisana, nè che le attività ambulatoriali sono chiuse. Il bilancio di questi primi venti giorni è stato positivo, nonostante la macchina debba essere oliata. Ma per “digerire” una riforma, che riteniamo necessaria, occorre sempre del tempo. Dobbiamo abituarci a non avere l’ospedale sotto casa»
A Latisana i cittadini sono in rivolta. Si lamentano anche i comitati del vicino Veneto che vedevano nel punto nascita della Bassa friulana una necessità. C’è anche un esposto alla Procura. Come fa a parlare di maggiore sicurezza?
«Alla Regione, fin dal 2014, abbiamo fatto presente dell’impossibilità a gestire due punti nascita a Latisana e Palmanova per la difficoltà di reperimento di personale. Stesso discorso per la guardia pediatrica. Vi porto un numero. In base agli accordi Stato - Regione dobbiamo avere 14 medici a disposizione. Invece abbiamo solo sette medici e mezzo.
Non riuscivamo a coprire i turni. Era impossibile andare avanti così. Da qui è nato il provvedimento di sospensione, poi bloccato. A metà marzo è arrivata la sospensione del punto nascita in attesa della decisione finale della Regione.
Teniamo presente che non sono solo i pediatri in difficoltà. Fra un pò, se la situazione si fosse protratta ancora, anche la ginecologia avrebbe subìto forti ripercussioni per la mobilità di due medici da Latisana a Tolmezzo».
Perchè Latisana e non Palmanova? E come fa un paziente di Lignano ad affrontare il trasporto?
«In Regione abbiamo 8.500 nati e dieci punti nascita. Non è pensabile gestire tutte queste strutture. Più della metà dei nuovi nati sono concentrati in quattro ospedali. Altri ancora sono al di sotto dello standard del decreto Balduzzi per il numero di parti.
È un problema di sicurezza. Da qui è nata la sospensione di Gorizia e poi di Latisana, perchè eravamo sotto i limiti. È chiaro che tutto ciò che comporta una riforma porta inizialmente a dei disagi. Però abbiamo tutti i servizi per venire incontro alla gente. Tra questi c’è anche il trasporto dei bambini a Palmanova nelle ore in cui non è garantita l’attività ambulatoriale di guardia pediatrica. Bisogna però attrezzarsi per il ritorno».
Mettiamoci nei panni di un genitore che ha il bambino con la febbre alta. Che cosa deve fare? E se una donna incinta perde le acque?
«Non vuole dire che se è sospeso il punto nascite non si nasce. Il sistema si attiva in caso di emergenza, per esempio quando la donna ha un distacco di placenta. Se ho una minaccia di parto, invece, c’è il trasferimento a Palmanova.
La pediatria garantisce inoltre l’attività ambulatoriale aperta dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e nei prefestivi e festivi dalle 8 alle 14. Un bambino con la febbre alta viene quindi curato, ma non c’è il ricovero. Se il pediatra lo ritiene oppurtuno verrà trasferito per l’assistenza notturna.
È rimasto poi aperto l’ambulatorio di ostetricia, dove c’è un’ostetrica, e di ginecologia, dove c’è sempre un ginecologo. La gente deve capire che per l’emergenza si è creato un sistema di protezione».
Quale è il futuro di Latisana e di altri piccoli ospedali?
«Dobbiamo entrare nell’ottica che non possiamo pensare di avere sempre l’ospedale sotto casa. E i servizi vanno garantiti quando c’è il personale adeguato. La coperta è corta nella pediatria. Nel 2020 raggiungeremo il punto più basso di pediatri secondo uno stima. La metà degli ospedali friulani è in carenza di organico. Era necessario adeguarci per non entrare in default. Ne andava di mezzo la sicurezza dell’utenza»
Il centrodestra s’è spaccato «perché Forza Italia e Lega si sono accordate a nostra insaputa» Ha un nome e un cognome la spaccatura del centrodestra che ha portato alle dimissioni di Angelo Valvason (nella foto). L’accusa, diretta, arriva dalla neonata coalizione che vede correre assieme...
Fratelli d’Italia e la civica Futuro comune. Il nome è quello di Ezio Simonin, «di nuovo insieme a Micaela Sette – scrivono in una nota i nuovi alleati – lo stesso Simonin che dopo essersi contrapposto alla coalizione di Benigno nel 2011 quale candidato sindaco, si è dimesso dal consiglio comunale subito dopo la sconfitta e si è candidato alle elezioni regionali a sostegno della Serracchiani (Pd) nel 2013, proprio contro la Sette di Forza Italia. Come Fratelli d’Italia e Futuro comune, siamo convinti che la regola secondo la quale il potere unisce, anche i più recenti nemici, vada respinta con sdegno. Pertanto, coerentemente con la nostra identità politica, al servizio della collettività nel più alto interesse dei cittadini, riteniamo che quella possibile intesa di centrodestra, com’è oggi proposta, per noi non ci sia più. È questo il motivo per cui nasce una rinnovata coalizione tra Fratelli d’Italia e lista civica Futuro comune, fedele a una linea di centrodestra, orientata a una politica coerente e responsabile, impegnata a dare corso a una nuova fase politico-amministrativa, con un nuovo candidato sindaco, che sappia imporre le ragioni di Latisana sulla scena politica regionale e nazionale, con candidati consiglieri che possano presentarsi alle elezioni a testa alta». Lo scrivono in una nota i referenti di Fdi (Sette, Ambrosio e Minutello) e di Futuro comune (Lizzi, Valvason e Costanza), ribadendo che l’accordo elettorale fra Forza Italia, Lega Nord e la civica Il Ponte, «è stato raggiunto a nostra insaputa, nonostante sia Fratelli d’Italia che la lista Futuro comune siano state presenti fin dall’inizio al tavolo della trattativa. Si è privilegiato uno scenario politico a dir poco “anomalo” – prosegue la nota – dove le forze politiche che hanno stretto l’accordo, sembrano più attaccate alla poltrona e a future convenienze politiche, che ad altro».