Pericolo Tagliamento a Latisana, da 50 anni alla ricerca di una soluzione“
50 anni di pericolo Tagliamento a Latisana. Dopo mezzo secolo il fiume friulano rischia ancora di tracimare all'altezza del centro della Bassa. A ricordare la vicenda il direttore del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, Massimo Canali“
Il 4 novembre 1966, mentre la città di Firenze veniva invasa dalle acque dell'Arno, un'altra disastrosa alluvione toccò da vicino il popolo friulano, già drammaticamente colpito un anno prima, il 2 settembre. Cinquant'anni dopo ancora non è stata avviata una soluzione complessiva per “frenare” il Tagliamento, mentre in Toscana solo da poco sono iniziate le opere, a distanza di oltre mezzo secolo.
Se ne parlerà a Firenze, il 25 e il 26 febbraio a Palazzo Vecchio, al convegno “Acqua, motore della green economy" organizzato dall'Anbi, l'associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue; a ricordare la vicenda friulana che a Latisana costò 11 vittime, l'allagamento di un migliaio di ettari di terreno e miliardi di vecchie lire di danni, sarà il direttore del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, Massimo Canali.
Ai gruppi di lavoro presenti alla giornata del 26, incentrata su "Le buone pratiche del territorio: le esperienze dei consorzi di bonifica”, Canali illustrerà, in rappresentanza della nostra Regione, un report delle azioni effettuate in Friuli. La Regione Fvg partecipa alle attività dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Alto Adriatico, che ha compiti di pianificazione della sicurezza idrogeologica del Triveneto.
«In realtà dopo 50 anni non sono stati ancora definiti progetti risolutivi - spiega Canali -; le proposte sono in stand-by, anche se una serie di attività per rinforzare gli argini, alzare il ponte ferroviario e diminuire così il grado di rischio, sono state eseguite. Ma se oggi ci fosse un altro 4 novembre si riproporrebbero gravi criticità».
L'ultima ipotesi di soluzione espressa nel 2012 dal Laboratorio Tagliamento riguarda la realizzazione di un’opera di laminazione a flusso regolabile, in corrispondenza della stretta di Pinzano, che laminerebbe a monte l’eventuale onda di piena, ma è poimancata l'ufficializzazione della Regione e dell'Autorità di bacino. Dagli esiti della Commissione De Marchi, pubblicati a Roma nel 1970, dunque, non molto cambiato di sostanziale, e il territorio potrebbe subire gravi ripercussioni ad affrontare una possibile emergenza. FONTE: ► UdineToday
La chiave per il rilancio Turistico: OK. della Regione ad un piano del comune di Latisana che vuole valorizzare il Fiume.
Si potrà ormeggiare a Pertegada, Gorgo e nel capoluogo godendosi la natura.
Ben 51 parti a gennaio e organico dei medici salito, ma il direttore generale afferma: dotazione tarata su un punto nascita
LATISANA. La risposta alla politica non arriva dagli “avversari” ma dal territorio, tenacemente attaccato al proprio ospedale, tanto da ignorare voci di corridoio e falsi segnali e continuare a rivolgersi all’ospedale della Bassa occidentale che nel 2015 ha erogato qualcosa come 6.500 prestazioni pediatriche (2 mila in più rispetto al 2014) e che registra un boom di parti: 6 in 24 ore a inizio settimana, 51 nel mese di gennaio, contro i 24 dell’anno scorso e oltre 280 in sei mesi. Allora adesso i numeri tanto contestati ci sono: ci sono i 500 nati su base annua e ci sono i pediatri per coprire i turni su entrambe le strutture sanitarie della Bassa. Cosa accadrà ai due punti nascita?
«È una decisione esclusivamente regionale», è il commento del direttore generale dell’Aas2 Bassa friulana-Isontina, Giovanni Pilati, che riconosce una certa crescita alla struttura di Latisana, a conferma della forte capacità attrattiva da sempre esercitata sul Veneto, «si registra un leggero calo di parti di residenti – dice il direttore – e nel complesso un aumento di utenza veneta, conseguente alla chiusura di Portogruaro».
Sulla questione pediatri e sul bando di recente pubblicazione, il direttore Pilati ribadisce che la dotazione degli ospedali di Palmanova e Latisana è tarata sulla presenza di un solo punto nascita: «Con le prossime assunzioni l’organico passa da 6 a 8 pediatri, ma dovremmo arrivare a 10, la dotazione pensata in previsione della copertura estiva di Lignano Sabbiadoro».
«Nonostante il tentativo di chiusura improvvisa, per annullare il quale è dovuta intervenire addirittura la presidente della Regione e, a dispetto delle indicazioni scritte fornite a suo tempo alle partorienti perché si rivolgessero a Palmanova, negli ultimi sei mesi (agosto-gennaio) mentre Latisana ha spiccato il volo, Palmanova è scesa sensibilmente rispetto all’anno precedente, guadagnando poco più di un parto al mese rispetto al 2014, seppur agevolata dalla chiusura di Gorizia – ribadisce la presidente del comitato nascere a Latisana, Renata Zago – la crescita di Latisana, è sì legata alla chiusura del reparto maternità di Portogruaro, ma è soprattutto una questione di libera scelta da parte dell’utenza, consapevole delle eccellenze che trova nell’ospedale della Bassa occidentale. È la dimostrazione lampante – aggiunge – che i percorsi scelti dalle partorienti non sono quelli che vorrebbero imporre le direzioni aziendali, a tavolino. Al momento è dimostrato, in un lasso di tempo congruo e attendibile, che Latisana è in grado di superare abbondantemente i fatidici 500 parti e con il bando aziendale sono stati reperiti pediatri. Recentemente è anche emerso che la struttura di Palmanova necessita di lavori importanti di messa a norma, tali da comportare una momentanea chiusura». FONTE:Messaggero Veneto - 04 febbraio 2016
Ben 51 parti a gennaio e organico dei medici salito, ma il direttore generale afferma: dotazione tarata su un punto nascita
LATISANA. La risposta alla politica non arriva dagli “avversari” ma dal territorio, tenacemente attaccato al proprio ospedale, tanto da ignorare voci di corridoio e falsi segnali e continuare a rivolgersi all’ospedale della Bassa occidentale che nel 2015 ha erogato qualcosa come 6.500 prestazioni pediatriche (2 mila in più rispetto al 2014) e che registra un boom di parti: 6 in 24 ore a inizio settimana, 51 nel mese di gennaio, contro i 24 dell’anno scorso e oltre 280 in sei mesi. Allora adesso i numeri tanto contestati ci sono: ci sono i 500 nati su base annua e ci sono i pediatri per coprire i turni su entrambe le strutture sanitarie della Bassa. Cosa accadrà ai due punti nascita?
«È una decisione esclusivamente regionale», è il commento del direttore generale dell’Aas2 Bassa friulana-Isontina, Giovanni Pilati, che riconosce una certa crescita alla struttura di Latisana, a conferma della forte capacità attrattiva da sempre esercitata sul Veneto, «si registra un leggero calo di parti di residenti – dice il direttore – e nel complesso un aumento di utenza veneta, conseguente alla chiusura di Portogruaro».
Sulla questione pediatri e sul bando di recente pubblicazione, il direttore Pilati ribadisce che la dotazione degli ospedali di Palmanova e Latisana è tarata sulla presenza di un solo punto nascita: «Con le prossime assunzioni l’organico passa da 6 a 8 pediatri, ma dovremmo arrivare a 10, la dotazione pensata in previsione della copertura estiva di Lignano Sabbiadoro».
«Nonostante il tentativo di chiusura improvvisa, per annullare il quale è dovuta intervenire addirittura la presidente della Regione e, a dispetto delle indicazioni scritte fornite a suo tempo alle partorienti perché si rivolgessero a Palmanova, negli ultimi sei mesi (agosto-gennaio) mentre Latisana ha spiccato il volo, Palmanova è scesa sensibilmente rispetto all’anno precedente, guadagnando poco più di un parto al mese rispetto al 2014, seppur agevolata dalla chiusura di Gorizia – ribadisce la presidente del comitato nascere a Latisana, Renata Zago – la crescita di Latisana, è sì legata alla chiusura del reparto maternità di Portogruaro, ma è soprattutto una questione di libera scelta da parte dell’utenza, consapevole delle eccellenze che trova nell’ospedale della Bassa occidentale. È la dimostrazione lampante – aggiunge – che i percorsi scelti dalle partorienti non sono quelli che vorrebbero imporre le direzioni aziendali, a tavolino. Al momento è dimostrato, in un lasso di tempo congruo e attendibile, che Latisana è in grado di superare abbondantemente i fatidici 500 parti e con il bando aziendale sono stati reperiti pediatri. Recentemente è anche emerso che la struttura di Palmanova necessita di lavori importanti di messa a norma, tali da comportare una momentanea chiusura». FONTE:Messaggero Veneto - 04 febbraio 2016
Una scelta per costringere gli automobilisti a rallentare. Si interverrà anche sulla viabilità nella zona dell' Ospedale
Rimane alto il numero delle contravvenzioni emesse per il superamento dei limiti di velocità a Latisana, (1,399 nel 2014 e 1.183 nel 2015) non solo sulle strade periferiche al di fuori dei centri abitati, ma anche in diverse vie del capoluogo e delle frazioni, dove il mancato rispetto dei limiti rappresenta davvero un pericolo per i vari utenti della strada. Da qui la decisione dell’amministrazione comunale di dare incarico a un’impresa di realizzare quattro dossi artificiali, «per rallentare la velocità sul territorio comunale in prossimità degli edifici scolastici in viale della Stazione a Latisana, in via Daniele Manin a Gorgo e nelle vie Don Picotti e del Molo a Pertegada». Una spesa superiore ai 27 mila euro per un intervento curato direttamente dal Comando della Polizia locale, cui compete anche la disciplina della strada e che fornirà tutte le indicazioni necessarie alla realizzazione dei dossi, tramite l'ufficio tecnico.
Dal Comando della municipale è arrivato anche il suggerimento di procedere, nell’ambito dell’appalto per i dossi, ad affidare anche il rifacimento della segnaletica orizzontale (stop e attraversamenti pedonali) dell’intersezione tra via Sabbionera, via Isonzo e via Sottopovolo, ovvero l’incrocio semaforico che conduce al ponte sul fiume Tagliamento.
L’amministrazione latisanese ha deciso anche di porre mano in maniera definitiva alla viabilità della zona dell’ospedale, dove da più di tre anni è stata realizzata una rotatoria sperimentale, attorno al palo di illuminazione pubblica esistente all’interno dello spartitraffico, al centro dell'intersezione di via Stretta con viale Fontanini, due strade dove spesso le auto sfrecciano e dove la presenza di una rotatoria, oltre a regolare l’uscita da un incrocio anomalo, costringe gli automobilisti a rallentare. La decisione - si legge negli atti del Comune - è maturata dopo un periodo di osservazione: gli uffici preposti hanno quindi suggerito di realizzare una rotatoria rialzata in elementi di conglomerato cementizio e litico che offrono maggiori garanzie di durata, parzialmente sormontabile, per resistere alla sollecitazione continua dei veicoli pesanti che viste le dimensioni inevitabilmente sormonteranno la rotatoria. La spesa prevista per l’intervento è di 7 mila euro. FONTE: Messaggero Veneto 15 gennaio 2016