Il sindaco ha deciso di schierarsi con Progetto Fvg. Sorprese anche le civiche Il segretario dem Shaurli: io stesso avevo fatto campagna elettorale per lui
Come una doccia gelata. Questo l’effetto avuto sulla politica regionale e locale la notizia dell’adesione di Daniele Galizio, sindaco di Latisana, a Progetto Fvg, ufficializzata proprio nel giorno che ha visto riuniti a Villa Manin oltre cinquecento simpatizzanti del movimento della maggioranza regionale.
Il sindaco Galizio è stato appoggiato dal Pd e io stesso ho fatto convintamente campagna elettorale per lui, pur nella dimensione civica di quella proposta – ribadisce in una nota il segretario regionale Pd, Cristiano Shaurli – . Alla luce di questa sua decisione, che lo schiera politicamente, la stima personale non cambia ma ovviamente aspettiamo di capire se cambieranno gli equilibri in giunta comunale, per esempio con l’ingresso della Lega, in allineamento con la Regione.
Chi oggi non ha voluto entrare nel merito della vicenda, nonostante il sostegno fornito due anni fa durante la campagna elettorale, è il consigliere regionale Sergio Bolzonello che raggiunto al telefono ha glissato su qualsiasi domanda dicendo che non era interessato a commentare.
Commenti sono arrivati invece dalla maggioranza consiliare: il capogruppo della lista Uniti per Latisana, Filiberto Fantin ritiene che la decisione del sindaco porterà a «effetti che non saranno di certo neutri. La scelta di candidare Daniele Galizio come sindaco civico è stata fatta da un insieme di liste che hanno dato vita al progetto Rinnoviamo Latisana. Oggi prendiamo atto del suo schieramento politico, sul quale ci confronteremo anche con le altre forze di maggioranza che fino a oggi hanno mantenuto l'impegno di neutralità, richiesto soprattutto dal sindaco stesso, a garanzia della civicità».
Anche per Riccardo Cicuttin, capogruppo di Latisana2016, la scelta del sindaco Galizio, «per quanto orientata al beneficio primario di Latisana, non è una decisione neutrale e sicuramente aprirà un confronto con le altre forze della coalizione e una discussione sul futuro del nostro Comune nei confronti del quale per la nostra lista l’impegno è sempre stato prioritario rispetto alle appartenenze a schieramenti politici extraterritoriali. Abbiamo anche evitato polemiche – ricorda Cicuttin – in occasione della candidatura alle Regionali in altra lista civica di un assessore dell’attuale amministrazione.
Riferendosi alla gestione del Comune e in particolare dell’assemblea comunale, il sindaco Daniele Galizio ci tiene a precisare da subito che «all’interno del consiglio di Latisana gli attuali equilibri fra maggioranza e minoranza non saranno assolutamente scombinati da questa decisione. Auspico semmai – è l’augurio che esprime il Sindaco di Latisana – che questa adesione ci permetta di andare oltre a certe tendenze alla contrapposizione viste in passato e contribuisca a instaurare un cambio di modalità che porti a costruire qualcosa per il futuro».
«Fra le cose che mi hanno particolarmente convinto ad aderire a Progetto Fvg – aggiunge Galizio – è l’approccio utilizzato, di coinvolgimento reale degli amministratori locali e non solo a parole, cosa che forse è mancata nella precedente maggioranza regionale e il territorio della Bassa ne ha risentito particolarmente e non è certo stato favorire dalle scelte attuate».
Impossibile da raggiungere telefonicamente per un commento il vice sindaco di Latisana, Angelo Valvason.
Saro: correremo in ogni Comune. Bini: pronti a sbarcare in tutto il Nord. Ufficiale l’adesione al gruppo del sindaco di Latisana
UDINE. Si scrive Progett Fvg, ma potrebbe tranquillamente leggersi come Forza Italia di qualche anno fa, considerata la location – Villa Manin – e le presenze – oltre 500 persone, esattamente come accadeva agli azzurri ai tempi d’oro – – registrate ieri dalle parti di Passariano.
La civica fondata da Sergio Bini, senza troppi giri di parole, fa il pieno agli auguri di fine anno. Il pieno di rappresentanti delle categorie economiche – da Anna Mareschi Danieli al presidente della Fiera di Pordenone Renato Pujatti, tanto per citare un paio di nomi – di semplici sostenitor e pure di un numero non indifferente di politici e amministratori. Certo, qualche volto può dare l’idea di una sorta di pesca a strascico perché in sala si è visto un po’ di tutto – da Alessandro Colautti all’ex consigliere di Sel Stefano Pustetto fino a Marco Quai, Flavio Pertoldi, Giusto Maurig per arrivare a Paolo Rovis di cui si è perso il conto dei partiti e movimenti in cui è transitato –, ma siccome in politica, come nella vita, il vuoto si riempie sempre, l’impressione è che la mossa di Ferruccio Saro, quella cioè di allargarsi al centro visto il calo di consensi di Forza Italia, può davvero avere successo. «Vogliamo diventare il riferimento del mondo moderato – ha detto il coordinatore regionale –, cattolico, laico e riformista. Di quelle realtà delle partite Iva, dei lavoratori che rifiutano il reddito di cittadinanza e che al Nord crescono ogni giorno di più. Puntiamo a quel bacino, enorme, che si muove tra la sinistra e la Lega». Con un occhio particolare, ovviamente, alla Regione.
«Il prossimo anno insisteremo per completare velocemente – ha concluso Saro – la riforma sanitaria, dopo averne definito la governance, per fare crescere l’economia, vista le recessione cui andiamo incontro, e anche per la definizione di una nuova geografia istituzionale che ci porti a votare per gli enti intermedi post-Uti già il prossimo autunno. Quanto alle Comunali di primavera, poi, ci presenteremo, all’interno del sistema civico, ovunque».
Se Saro guarda alla primavera, Bini si gode la sala «riempita di persone qualificate» e pensa ad allargare l’esperienza di Progetto Fvg. «Ho già avuto una serie di incontri in Veneto, Lombardia e a Roma – spiega l’assessore – per trasformare Progetto Fvg in Progetto Italia. Un’idea ambiziosa? Forse, ma stando ai sondaggi che ho visionato in queste settimane abbiamo superato l’11% dei consensi». Intanto, all’interno del Fvg, la “campagna acquisti” tra i sindaci si apre, per la civica, con l’ufficializzazione dell’ingresso di Daniele Galizio – sindaco di Latisana e nel 2015 candidato vincente contro quel Salvatore Benigno sostenuto da Lega e Forza Italia – nella civica.
«Entro in un soggetto politico dall’ideologia moderata e riformista – ha detto il primo cittadino – con il quale ho avuto modo di confrontarmi, conoscendo e apprezzando i modi operativi dei suoi rappresentanti ai vari livelli».
L'assessore regionale Pierpaolo Roberti: dovranno essere di supporto ai Comuni e sottrarre competenze alla Regione che attualmente ne ha troppe
UDINE. Le idee ci sono. Adesso bisognerà metterle nero su bianco. Tempi previsti? Un anno, non di più. «La discussione per arrivare alle nuove Province o come si chiameranno - dice l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti - si aprirà da domani.
Prima dovevamo rimediare agli errori commessi in passato». Il rappresentante della giunta Fedriga si leva un sassolino dalla scarpa, lancia una frecciatina alla giunta Serracchiani che aveva varato le Uti, ma ora guarda al futuro.
Basi solide per arrivare a enti di secondo grado utili ai cittadini. «L’ente che abbiamo in mente - osserva Roberti - sarà elettivo perchè gestirà risorse pubbliche ed è giusto che sia la gente a scegliere i propri rappresentanti che quei soldi dovranno spendere. Sarà poi un ente di supporto ai Comuni, nel contempo la Regione perderà competenze, perchè oggi ne ha davvero troppe. Cosa faranno le nuove Province? Avranno voce in capitolo su tutta una serie di materie.
Programmazione urbanistica? È un’ipotesi. Strade ex provinciali? Abbiamo visto come è peggiorata la manutenzione delle strade da quando non è suddivisa secondo le esigenze del territorio. Edilizia scolastica, permessi per la raccolta funghi, motorizzazione civile sono altri possibili temi di trattativa». Fin qui le competenze. Ma poi bisognerà discutere di tempi, spazi, dimensioni.
«Fermo restando che i paletti sono due: elettività e identità storico-culturale - aggiunge l’assessore - vedremo in un secondo tempo quante saranno le Province. Prima dovremo assegnare loro le funzioni, poi parleremo di dimensioni territoriali. C’è tutto un lavoro a monte da fare, una ricognizione complessiva, che ci porterà via un po’ di mesi. In Italia siamo l’unica regione a non avere più le Province, non ci sarà un ritorno al passato, ma in questi anni c’è stato un vuoto incredibile.
Le sedi degli enti? Potrebbero essere quelle storiche, oggi quei palazzi sono comunque in carico alla Regione. Per quanto riguarda i tempi l’obiettivo è approvare la legge in Consiglio entro il 2019. Auspico anche la collaborazione delle opposizioni, mi auguro che si rendano conto che il fallimento delle Uti è sotto gli occhi di tutti».
Ad allungare il percorso, però, potrebbe esserci un passaggio in Parlamento, visto che la materia riguarderebbe anche lo Statuto. «Non siamo certi sia necessario - conclude Roberti -, in ogni caso il dialogo con il Governo e con la Commissione Paritetica sarà intenso».
Il segretario di Progetto Fvg Ferruccio Saro conta di «chiudere la partita entro l’estate» ed è fiducioso in una buona riforma. «Il dibattito è aperto - spiega - in questo momento non abbiamo bisogno di polemiche su numeri o dimensioni. Ricordiamoci che le Uti hanno frantumato il territorio, mentre tra le varie realtà deve esserci dialogo per il rilancio.
L’obiettivo finale è rendere più efficiente la macchina amministrativa e avvicinarla ai cittadini. Abbiamo bisogno di una Regione “leggera” che si occupi dei grandi temi, mentre tante funzioni dovranno essere decentrate, con conseguente trasferimento di personale. I costi? Se ci si muove con buon senso non avremo aggravi aggiuntivi per i cittadini, zero spese».
Il M5S, visto il voto favorevole di ieri in Aula alla controriforma delle Uti, potrebbe essere un interlocutore privilegiato per i nuovi enti di secondo grado. Ma c’è un ostacolo di partenza. I grillini sono contrari all’elettività. «Daremmo l’impressione di voler creare un poltronificio, invece dobbiamo pensare alla gente», conferma il consigliere Mauro Capozzella.
Alle 10.30 di domenica 16 dicembre 2018 il nuovo viadotto sul fiume che unisce il Friuli Venezia Giulia al Veneto è stato aperto al traffico. Le prime auto, provenienti da Venezia e dirette a Udine e Trieste, scortate da una safety car, hanno attraversato il manufatto che rappresenta l’opera simbolo del terzo lotto della terza corsia. La vecchia struttura va in “pensione” dopo 80 anni di servizio
UDINE. “Uno,auguri; due, complimenti; tre, continuate così”. È il saluto dell’assessore ai trasporti della regione Fvg Graziano Pizzimenti al team di tecnici di Autovie Venete che ha voluto incontrare sabato sera, prima dell’inizio dei lavori (ai quali hanno partecipato oltre 200 persone fra maestranze e responsabili delle ditte) per completare gli ultimi interventi e aprire anche al senso di marcia in direzione Trieste, il primo viadotto del nuovo ponte sul fiume Tagliamento.
“Sono veramente soddisfatto delle modalità di lavoro e soprattutto dei tempi - ha detto Pizzimnenti - di realizzazione”.
“E’ veramente un momento epocale - ha aggiunto - perché il vecchio ponte andrà in pensione dopo quasi 80 anni di servizio. È il primo step di una fase nuova per le infrastrutture che, come tutti sapete, sono un elemento strategico per l’economia”.
Altrettanto soddisfatto il presidente di Autovie Maurizio Castagna che ha ricordato come, fin dall’inizio, a fronte delle difficoltà e delle sempre più pressanti richieste “di fare qualcosa” la sua risposta era sempre quella: “lavorare bene per finire prima possibile”. “I fatti ci hanno dato ragione”.
Alle 10.30 di domenica 16 dicembre 2018 il nuovo viadotto sul fiume Tagliamento che unisce il Friuli Venezia Giulia al Veneto è stato aperto completamente al traffico.
Le prime auto, provenienti da Venezia e dirette a Udine e Trieste, scortate da una safety car, hanno attraversato il manufatto che rappresenta l’opera simbolo del terzo lotto della terza corsia.
Tutti i segreti del ponte dei record. Per molti la nuova infrastruttura è diventata “il ponte dei record” per la velocità con cui è stata costruita. Sono bastati, infatti, solo 379 giorni per realizzarla.
A svelare i segreti di quest’opera è Gilberto Dreas, direttore tecnico di Deal, società del gruppo De Eccher che ha progettato il viadotto su incarico di Technital, società mandataria del raggruppamento temporaneo di progettisti del terzo lotto della terza corsia.
“Abbiamo optato per tecnologie costruttive industrializzate che ci hanno consentito – spiega – di produrre manufatti in serie e allo stesso tempo con un livello di qualità molto alto.
La prefabbricazione è avvenuta all’interno di uno stabilimento allestito a ridosso del viadotto nelle vicinanze dell’ex casello di Ronchis. Inoltre, la progettazione dell’impalcato seguito da Deal è avvenuta in coordinamento con lo sviluppo delle attrezzature utilizzate per la prefabbricazione ed il varo degli elementi, ottimizzando così i dettagli ai fini della produttività.
Questi due fattori sono risultati determinanti per la rapida esecuzione dell’infrastruttura” e, fattivamente, per la costruzione, la posa in opera, il varo e il collaudo degli oltre 550 conci (manufatti a forma trapezoidale del peso di circa 80/110 tonnellate) che compongono il viadotto lungo 1.520 metri.
Il nuovo viadotto costituito da 20 campate con 19 pile, ciascuna con un diametro esterno di 5 metri e mezzo, è stato costruito in calcestruzzo e ha una larghezza di 20 metri e 30 centimetri in grado di “ospitare” tre carreggiate, la corsia di emergenza e uno stradello di servizio per i mezzi di emergenza.
Queste due caratteristiche abbinate tra di loro – materiale usato e larghezza – rendono il manufatto una rarità a livello nazionale. A tal punto che, in caso di necessità future, la progettazione è già adeguata all’allargamento alla quarta corsia. Ma non solo.
“Abbiamo introdotto alcuni accorgimenti progettuali non richiesti dalla normativa italiana – afferma Dreas – ma che derivano dalla nostra esperienza in campo internazionale legati alle prestazioni dell’opera che riguardano i cavi di precompressione. Questi accorgimenti consentiranno di intervenire in qualsiasi momento sull’opera per adeguarla se necessario ai nuovi carichi previsti”.
Come dire che il ponte potrà essere in grado di sopportare anche maggiori carichi di tir qualora la normativa italiana in futuro lo preveda. Infine, la questione garanzia di qualità.
“Ogni singolo elemento prefabbricato – conclude Dreas – è stato soggetto a uno stretto controllo e ha ricevuto il marchio CE per manufatti prodotti in serie proprio grazie al processo di industrializzazione a cui è andato incontro”.
Nella città balneare è tutto pronto per le festività natalizie Concerti, laboratori, spettacoli e il 31 cenone e fuochi
Con l’accensione dell’albero in piazza Fontana a Sabbiadoro, nella cornice del litorale friulano è stata inaugurata ieri pomeriggio “Natale d’a…mare”, la kermesse che animerà, con numerosi appuntamenti e proposte, le festività invernali a Lignano.
All’insegna di cultura, gastronomia, musica e arte, per tutto il mese di dicembre sono molteplici le iniziative organizzate dal Comune, in collaborazione con Lignano Sabbiadoro Gestioni e le tante associazioni locali, prima fra tutte Lignano in Fiore Onlus.
«Gli incontri in programma sono numerosi e sono il frutto dell’impegno di moltissimi volontari del territorio. E le tante persone che hanno gremito viale Gorizia «sono la dimostrazione di ciò, una vera e propria testimonianza di riconoscenza» ha detto il sindaco Luca Fanotto. «Il volontariato è una parte insostituibile di Lignano» ha confermato Enea Morsanut, vicepresidente Lisagest.
Nell’edizione del Natale 2018 la tradizione incontra la novità. Il consueto mercatino natalizio si ripresenta rinnovato nella veste del Lignano Christmas Food Village: un connubio di 18 casette bianche in legno, che abiterà Sabbiadoro per tutti i fine settimana del mese, nonché le giornate festive principali. Inoltre, un tappeto rosso conduce a Terrazza a Mare e alla tensostruttura del presepe. Avvolto da musica natalizia in filodiffusione e dj set dal vivo con Radio Company, cuore del villaggio è il rinnovato albero di Natale: 14 metri di altezza illuminati da 30 mila led blu.
L’8 dicembre Mario Montrone, presidente dell’Associazione Dome Aghe e Savalon d’Aur, ha tagliato il nastro rosso, sollevando così il sipario del tradizionale Presepe di Sabbia, che ogni anno attira nella località tra le 50 e le 70 mila persone.
«Con proposte pensate ad hoc e indipendentemente dalla stagione, Lignano è un polo turistico sempre più attrattivo durante tutto l’anno» ha affermato Tiziana Gibelli, assessore regionale alla Cultura. Il calendario del nostro mare d’inverno «funge infatti da volano per il turismo locale – ha aggiunto Massimo Brini, assessore al Turismo di Lignano – un autentico biglietto da visita che affascina villeggianti fuori stagione».
Dopo il terremoto e la Grande Guerra, quest’anno la trama che tesse il percorso espositivo del presepe è intrecciata al tema del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi. «Abbiamo pensato, che dopo aver trattato argomenti così impegnati, per la quindicesima edizione ci fosse la necessità di proporre un argomento più leggero e positivo, più sentito soprattutto anche dai bambini – ha detto Montrone –. Ebbene, niente di meglio che la pace e la natura». Anche perché, ha continuato: «Lignano ha creato sull’ambiente le sue fortune».
Sono stati modellati 350 metri cubi di sabbia senza l’uso di alcun collante chimico, dalle sapienti mani dei 5 artisti dell’equipe internazionale dell’Accademia della Sabbia, con la partecipazione dell’olandese Charlotte Koster, considerata fra i migliori al mondo in questo ambito artistico.
E dopo un domino di concerti, laboratori e spettacoli, per chiudere l’anno in bellezza, lunedì 31 dicembre in piazza Fontana lo showman Maurizio Zamboni presenterà la Festa di Capodanno, con il concerto della band di Maria del Rovere. In più, in attesa dell’anno nuovo, Terrazza a Mare si farà palcoscenico del cenone e l’arenile, del suggestivo spettacolo di fuochi d’artificio.