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raccolta-di-firme-per-l-asilo LATISANA. Una grave mancanza non esser stati presenti alla consegna della petizione, firmata da più di mille persone preoccupate per le sorti della scuola per l’infanzia di Latisanotta. A giudicare in questi termini l’assenza del sindaco di Latisana, Daniele Galizio e di qualsiasi altro rappresentante della maggioranza in sua sostituzione, quando i genitori dell’asilo Don Baradello si sono presentati in Comune per la consegna della raccolte di firme, sono i consiglieri comunali capigruppo del centrodestra di Latisana, Lorenzo Petiziol per la Lega Nord, Lanfranco Sette per Fratelli d’Italia, Sandro Vignotto per Forza Italia ed Ezio Simonin per la lista civica Il Ponte, nel testo di un documento dove, ribadendo l’ampio consenso popolare avuto dalla raccolta di firme pro asilo «sintomatico – scrivono – del malcontento generale», criticano l’assenza dei rappresentanti dell’amministrazione comunali. «Benchè i rappresentanti dei genitori avessero annunciato per tempo la loro presenza e richiesto di essere ricevuti dal sindaco per ufficializzare quella consegna, ad accogliere quei cittadini in municipio non c’era nessun rappresentante dell’amministrazione comunale. Nè il sindaco, Daniele Galizio, sempre più spesso assente dal Comune anche il mercoledì che è la giornata riservata proprio agli incontri con i cittadini, né nessun assessore o consigliere comunale che il sindaco avrebbe potuto delegare, sapendo in anticipo di non esserci.

L’aver ignorato dei cittadini che in quel momento rappresentavano più di mille persone è una grave mancanza da parte dell’amministrazione». Una raccolta di firme – precisano ancora – avviate per avere dal Comune una risposta circa i criteri usati nella distribuzione dei fondi.

FONTE: MessaggeroVeneto - 27 Giugno 2018



Sicurezza idraulica, il Veneto interviene a valle del Tagliamento
Mora attende il Fvg perchè si attivi a monte del fiume


tagliamento Nei giorni scorsi è stato registrato da parte della giunta regionale del Veneto l’impegno di spesa e avviata la progettazione per un intervento di messa in sicurezza idraulica del basso corso del fiume Tagliamento. In questa fase si tratta di un primo stralcio con cui si prevede la diaframmatura in destra idrografica finalizzata alla difesa di San Michele al Tagliamento, al confine quindi tra il Veneto e il Friuli Venezia.


tagliamento A darne notizia è stato l’assessore regionale all’ambiente e alla difesa del suolo Giampaolo Bottacin sottolineando come “la disponibilità economica per avviare questi lavori, che complessivamente avranno un valore di quasi quindici milioni di euro, nasce da una lunga dialettica che avevo avviato gli scorsi anni col Ministero dell’Ambiente e che ci ha permesso di arrivare a un atto integrativo all’interno della programmazione degli interventi prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, in cui è stato inserito anche il Tagliamento”.
Soddisfatto per questo intervento il Consigliere regionale portogruarese Fabiano Barbisan che, riprendendo quanto rimarcato dallo stesso assessore.


tagliamento Ha rilevato che “gli interventi sul Tagliamento sono particolarmente importanti e indispensabili per la sicurezza dei territori contigui al Tagliamento ma a questo punto fondamentale sarà lavorare in sinergia con la Regione Friuli Venezia Giulia, in quanto sarebbe del tutto inutile se si procedesse solo con degli interventi a valle poiché insufficienti a prevenire il rischio di esondazioni. L’acqua, lo ricordo spesso, non segue i confini amministrativi e quindi è indispensabile la massima collaborazione tra enti”.
Per la progettazione gli uffici regionali del Veneto stimano di poter concludere tale fase per la fine dell’anno, così da avviare poi l’appalto dei lavori nel primo semestre 2019.


tagliamento Sul fronte friulano è la neo consigliera regionale di Latisana, Maddalena Spagnolo, autorevole esponente della Lega, a “raccogliere” quanto rilevato dal Veneto, condividendo appieno la necessità che vengano attivati al più presto gli interventi necessari per sistemare il Tagliamento anche a monte, dalla parte cioè del Friuli Venezia Giulia.
Al riguardo, di recente, in occasione di una esercitazione della protezione civile tenutasi con base a Latisana,era stato il sindaco della cittadina friulana Daniele Galizio a ribadire al Vicepresidente della Regione con Delega alla Protezione Civile Riccardo Riccardi e all’Assessore all’Ambiente e alla Protezione Civile della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, “la necessità di eseguire le opere a monte del fiume, che interessano sia Latisana che San Michele.”


tagliamento tagliamento “La messa in sicurezza del Tagliamento, infatti, si raggiungerà – aveva sottolineato il sindaco- solamente nel momento in cui verranno realizzate le opere di laminazione delle piene del medio corso del fiume.”
Questi interventi erano già stati inseriti e finanziati nel Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del fiume Tagliamento, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 28 agosto 2000, ma fino a oggi la Regione Friuli Venezia Giulia ha utilizzato i fondi stanziati per realizzare opere sul basso corso del fiume, nonostante l’azione unitaria dei Comuni di Latisana e San Michele al Tagliamento a favore della realizzazione delle opere a monte“.

Lucio Leonardelli

FONTE: www.ilsestantenews.it - 22 Giugno 2018



arrivano-i-vigilantes-contro-i-furti Latisana: il Comune li “ingaggia” con ronde di notte anche per fermare i furbi dei rifiuti

Vigilantes in ronda notturna contro gli abbandoni dei rifiuti e come deterrente a furti in case, negozi e aziende. L’idea è del Comune di Latisana che ha già preso contatti con alcune società specializzate nella vigilanza privata, per arrivare a sottoscrivere una convenzione per un servizio di pattugliamento notturno, dalle 22 alle 7, nella stessa fascia oraria in cui gli agenti della polizia locale non possono essere in servizio. Un servizio che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale va inteso anche come un supporto alla già preziosa attività messa in atto dalle forze dell’ordine.

Una sperimentazione di un paio di mesi, legata ai costi da sostenere, nata dall’esigenza di porre un definitivo freno allo sconsiderato abbandono dei rifiuti lungo strade e marciapiedi del territorio comunale. L’attività di contrasto è già stata avviata da qualche mese e con buoni risultati con l’introduzione delle foto trappole che hanno già portato all’identificazione e alla conseguente emissione delle sanzioni previste, a carico di alcuni autori di tali azioni. Il pattugliamento da parte della società di vigilanza privata avverrà nelle cosiddette zone sensibili, cioè nelle località dove l’abbandono dei rifiuti è più frequente, in particolare nella zona di Bevazzana e Aprilia Marittima. Ma il passaggio dell’auto della vigilanza - nelle intenzioni dell’amministrazione di Latisana guidata dal sindaco Daniele Galizio - sarà esteso un po’ a tutto il territorio comunale, come deterrente alle azioni di microcriminalità. La ronda nelle vie e piazze del centro anche dove hanno sede le attività commerciali e nella zona artigianale potrebbe infatti scoraggiare eventuali azioni delittuose, come furti e danneggiamenti.

Da parte degli uffici comunali interessati dalla procedura è in corso un’analisi della fattibilità del progetto; una volta conclusa, la sottoscrizione dell’apposita convenzione darà il via al servizio di pattugliamento e quindi alla presenza della vigilanza notturna nelle strade del territorio comunale. La fase sperimentale – confermano in Comune – molto probabilmente durerà un paio di mesi al massimo, alla fine dei quali una valutazione dei risultati raggiunti darà o meno la motivazione a ripetere il servizio che all’inizio avrà una copertura di otto ore, dal quando termina il servizio del personale della polizia locale a quando riprende la mattina successiva.


FONTE: MessaggeroVeneto - 21 Giugno 2018



salvini-fedriga Il neo governatore leghista Massimiliano Fedriga, fin dai primi giorni dopo l'insediamento si era schierato contro l'accoglienza diffusa dei profughi, sostenendo che va incentivato il rientro volontario a casa degli extracomunitari

Lo aveva annunciato e ha cominciato, puntualmente, a metterlo in pratica. Il neo governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga (nella foto con Matteo Salvini), fin dai primi giorni dopo l’insediamento si era schierato contro l’accoglienza diffusa dei profughi, sostenendo che va incentivato il rientro volontario a casa degli extracomunitari. Così la giunta regionale ha sfornato una delibera che taglia di oltre un milione di euro la spesa sul fronte dell’accoglienza, e destina una somma di 50mila euro per il rientro assistito in patria.

Si tratta del primo provvedimento della giunta Fedriga su questa materia, che va in senso contrario rispetto alla linea del suo predecessore, Debora Serracchiani, in merito al programma dell’immigrazione. È stato l’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, a proporre la cancellazione di una serie di interventi destinati a servizi territoriali, accoglienza, inserimento abitativo, istruzione, educazione, intercultura e formazione professionale. In totale la somma è di un milione 153 mila euro. La spiegazione è stata data da Roberti, che ha voluto marcare il cambio di rotta: “Abbiamo ritoccato un piano immigrazione che ci siamo ritrovati e che prevedeva lo stanziamento di risorse per oltre 8 milioni di euro. Riteniamo che, in linea con quanto espresso dal governatore nelle dichiarazioni programmatiche, bisogna cominciare a tagliare queste spese per ridistribuire opportunamente risorse ai cittadini“.

A parafrasare Luca Zaia, governatore del Veneto e collega di Fedriga, verrebbe da dire “Prima i friulani”. Infatti, Roberti ha annunciato che si tratta solo di un primo taglio.Risparmieremo oltre un milione di euro in due anni, 600mila già nel 2018. È solo il primo passo della rivisitazione che intendiamo apportare a un sistema di accoglienza diffusa che noi vediamo in maniera completamente diversa”. Infatti, il secondo provvedimento è eloquente: “L’unico capitolo in aumento è quello sul rientro volontario assistito che abbiamo trovato a zero. Questi fondi sono destinati ai Comuni a favore delle persone che vogliono rientrare nei rispettivi Paesi di provenienza, ma non hanno le risorse per farlo”.

L’opposizione sta già scaldando i motori della contestazione. “La giunta leghista è confusa. Riesce a dichiarare che toglie risorse dall’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo, quando nel Piano annuale queste risorse non ci sono. Dimostrano – commenta la consigliera regionale del Pd Chiara Da Giau – la totale non conoscenza dei fatti e delle competenze della Regione”. Secondo l’esponente del Pd, in attesa di conoscere il testo della delibera, “la giunta vende fumo, anche i cittadini, perché l’accoglienza diffusa è attività gestita e finanziata dal Governo attraverso le Prefetture”. Inoltre il Piano annuale dell’immigrazione, che aveva parere favorevole trasversale in Commissione consiliare alla fine della precedente legislatura, comprende iniziative per “gli stranieri che hanno già ottenuto protezione e hanno permesso di soggiorno: le convenzioni per poter far lavorare queste persone, la loro formazione professionale e impedire che finiscano nei giri di sfruttamento e delinquenza”. Conclusione della consigliera Pd: “È triste che la stessa competenza regionale sull’immigrazione sia passata sotto la delega alla Sicurezza, togliendola da quella solidarietà che restituiva molto di più l’immagine di una Regione avanzata dal punto di vista umano, culturale e sociale”.

FONTE: www.ilfattoquotidiano.it - 16 Giugno 2018



fedriga-massimiliano Definire il pacchetto completo delle deleghe (con le relative Direzioni generali). Trovare le tre donne (minimo) da inserire in giunta e, in secondo luogo, accontentare le esigenze del territorio. Massimiliano Fedriga e i partiti a suo sostegno cercano la quadratura del cerchio per completare l’assetto di governo regionale

UDINE. Definire il pacchetto completo delle deleghe (con le relative Direzioni generali). Trovare le tre donne (minimo) da inserire in giunta e, in secondo luogo, accontentare le esigenze del territorio. Massimiliano Fedriga e i partiti a suo sostegno cercano la quadratura del cerchio per completare l’assetto di governo regionale che nelle intenzioni del neo presidente dovrebbe essere presentato qualche giorno prima della seduta inaugurale del nuovo Consiglio, in programma teoricamente martedì 22 maggio.

Ieri pomeriggio, attorno al tavolo presieduto da Fedriga, si sono ritrovati Riccardo Riccardi – vicepresidente in pectore e rappresentante di Forza Italia –, Barbara Zilli per la Lega, Sergio Bini, Marco Pottino ed Emanuele Zanon per ProgettoFvg, Luca Ciriani e Fabio Scoccimarro per Fratelli d’Italia oltre a Giulia Manzan e Giorgio Ret in quota Autonomia responsabile. Una riunione – definita da molti come interlocutoria – servita essenzialmente per raccogliere le idee, o meglio i desiderata, dei partiti sulla composizione delle deleghe. C’è chi, ad esempio, vorrebbe affiancare le attività produttive al turismo e chi, invece, punta a mantenere il collegamento “classico” di quest’ultima materia con la cultura.

Fedriga ha preso nota e, probabilmente, entro la prossima settimana, deciderà come impostare tecnicamente il proprio esecutivo. Sarà a quel punto che si entrerà nel vivo delle discussioni – per quanto già intavolate da tempo – sulla composizione della giunta. Il nocciolo principale, come accennato, riguarda le tre donne obbligatorie per legge. Una, salvo sorprese, sarà la leghista Zilli mentre la seconda dovrebbe arrivare dal “cilindro” di Forza Italia pescando probabilmente dal Pordenonese – ma non sarà Mara Piccin – la prescelta. Ne resta da trovare una terza che potrebbe andare in quota Lega e, forse, arrivare sempre dalla Destra Tagliamento.

A proposito di Pordenone, poi, spera in una possibile chiamata in giunta anche il segretario provinciale del Carroccio (partito cui dovrebbero spettare cinque assessori) Stefano Zannier così come, ma qui passiamo in casa di Fratelli d’Italia, Alessandro Ciriani preme per una “chiamata” di Alessandro Basso per quanto quest’ultimo, alla fine, potrebbe accontentarsi di una presidenza di Commissione.

Anche perché, e non è un particolare banale, lo slot dei meloniani dovrebbe essere occupato da Fabio Scoccimarro (probabilmente con la deleghe allo Sport e forse alla Cultura), triestino al pari del leghista Pierpaolo Roberti, fedelissimo di Fedriga fin dai tempi dalla scuola, mentre per l’Isontino si fa il nome dell’ex sindaco del Carroccio di Fogliano Antonio Calligaris..

Un assessorato, quindi, andrà a ProgettoFvg e, in questo caso, in pole position c’è il leader della civica Sergio Bini che non avrebbe problemi a dimettersi – facendo in questo modo entrare in Consiglio l’ex presidente dell’Associazione Udinese club Edy Morandini – e punta, decisamente, a ottenere le Attività Produttive. Salvo capovolgimenti, quindi, l’ultimo posto in esecutivo dovrebbe essere assegnato in quota Autonomia responsabile, ma nel movimento di Renzo Tondo sono in tanti, numericamente troppi, a sperarci.

Il primo da “premiare” sarebbe Giuseppe Sibau, ma pare avere le porte sbarrate vista la volontà di non dimettersi da consigliere. Logica e politica vorrebbero, quindi, che il posto andasse a uno tra Paride Cargnelutti e Alessandro Colautti – che tra l’altro stanno facendo pesare l’apporto da “raccoglitori d’acqua” garantito al movimento che ha eletto un solo consigliere –, ma sottotraccia lavora anche Valter Santarossa e più di qualcuno sostiene che, alla fine, Tondo, specialmente se la conditio sine qua non per ottenere un assessore dovesse essere quella di riempire un posto in quota femminile, potrebbe “lanciare” la segretaria Manzan.

Tutte variabili, queste, da tenere in considerazione assieme ad un’altra. Perché se davvero il Paese venisse chiamato nuovamente alle urne in estate, all’elenco dei papabili si potrebbero aggiungere altri volti visto che il 4 marzo ha cambiato i rapporti di forza (e le strategie) a destra e più di qualcuno sarebbe destinato a perdere il seggio appena conquistato.

FONTE: MessaggeroVeneto - 08 maggio 2018



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