In una sola utenza tutte le richieste di soccorso. Il servizio partirà a UDINE e GORIZIA
UDINE. Arruolato tutto il personale, il Numero unico dell’emergenza (Nue) è finalmente pronto a partire. Una vera e propria rivoluzione per il settore perché digitando il 112 sarà possibile contattare Polizia, Vigili del fuoco, Carabinieri e Pronto soccorso. Una rivoluzione che sarà operativa per le province di Udine e Gorizia e allargherà la copertura a tutta la ragione. Così il Friuli Venezia Giulia diventerà la seconda regione di Italia, dopo la Lombardia, ad attivare il servizio imposto dalle norme europee.
Quasi un anno di lavoro per mettere a punto il Centro unico di risposta che però si è dovuto confrontare con un’impugnativa del Governo e difficoltà di reclutamento del personale. A finire nel mirino dell’allora esecutivo Renzi fu l’assunzione di personale regionale di qualifica dirigenziale con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
«Di tutto l’articolo l’unico elemento di impugnativa riguarda l’istituzione di una figura dirigenziale con criteri che il Governo ha ritenuto lesivi – ricorda l’assessore Paolo Panontin –, quindi una banalità rispetto al totale della legge.
Abbiamo proceduto con un unico correttivo, stralciando semplicemente quel comma dalla norma». Più difficile il percorso di selezione degli operatori: per fare partire il servizio, Regione e Protezione civile avevano fissato l’obiettivo di 18 assunzioni perché 11 posti erano stati recuperati con la mobilità all’interno del comparto. A regime il personale assumerà un ruolo di categoria B con un contratto triennale.
Ma la selezione si inceppa quasi subito: era stata la stessa Regione a segnalare irregolarità alla Procura. Un candidato, infatti, conosceva in anticipo le domande poiché aveva sbirciato un foglio lasciato accidentalmente incustodito. La Procura non ha ravvisato gli estremi del dolo (le risposte non erano state lasciate appositamente in bella vista).
Graduatoria cancellata (due erano i vincitori, fra cui il “furbetto”) e lavoro tutto da rifare. L’ultima selezione, che risale a martedì, ha arruolato altre tre persone, portando la squadra del Nue al completo perché nel frattempo un’altra risorsa interna all’amministrazione ha deciso di impegnarsi nel nuovo progetto. Si tratta di uomini e donne fra i 35 e i 45 anni che hanno frequentato (o stanno frequentando) un corso di formazione propedeutico alla firma del contratto che avverrà soltanto dopo il superamento delle prove.
Gli aspiranti centralinisti che non erano già dipendenti pubblici sono stati pescati dalle graduatorie delle liste di collocamento (fondamentale lo status di “disoccupati”) e fra i requisiti c’era un periodo di lavoro di almeno tre mesi in Protezione civile o in un call center. Non era richiesta alcuna conoscenza delle lingue, perché è previsto un servizio di traduzione simultanea ad hoc.
Per diventare operatori del Nue i candidati hanno dovuto superare un test scritto, una simulazione di risposta a una chiamata di emergenza con la compilazione di un format su supporto informatico, più l’orale. «Abbiamo chiuso l’attività di selezione – commenta Luciano Sulli, direttore della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia e presidente del gruppo di commissari d’esame –. Con l’ultima sessione di esami abbiamo portato ai corsi di formazione tre persone e un’ultima posizione è stata coperta con le disponibilità interne legate al passaggio dei dipendenti delle Province. In questo momento il primo gruppo è già alla fase di testing sulla trasmissione delle chiamate.
Il secondo è alla fase teorica. Ma la partenza del servizio è fissata a scaglioni».
L’avvio del Nue ha richiesto un «lungo e impegnativo lavoro, ma il fatto di avere già una realtà collaudata e rodata a Milano, sia dal punto di vista tecnologico sia da quello dei software, ha aiutato – aggiunge Sulli –. Anche il fatto di lavorare su una struttura, quella della Protezione civile a Palmanova, che ha già una sua dotazione di base come rete, dispositivi e la parte di impianti tecnologici ha contribuito».
Il Nue è comunque una novità e servirà un periodo di collaudo. «I numeri delle emergenze cui siamo abituati resteranno comunque in funzione – assicura Sulli –, ma la risposta avverrà soltanto da Palmanova e gli operatori potranno anche localizzare la chiamata». Le potenzialità del 112 sono tutte da esplorare. Perché in futuro potrebbero essere collegate alla rete anche la stessa Protezione civile e altri servizi. A breve partirà anche una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini.
La condanna stabilita dalla Corte dei conti. L’inchiesta avviata dalla Procura ipotizzò i reati di maltrattamento, lesioni, abbandono di incapace, sequestro di persona e stato di incapacità procurata sulla base dei quali furono emesse misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, mentre per altre nove scattarono gli arresti domiciliari
LATISANA: A oltre un decennio dalla mattina in cui i militari della Guardia di Finanza con un blitz alla casa di riposo di Latisana diedero esecuzione a 11 misure di custodia cautelare, la Corte dei conti ha condannato la direttrice e alcune operatrici sanitarie e socio-assistenziali al risarcimento di 104 mila euro in favore dell’Azienda per i servizi alla persona Umberto I.
La vicenda:
Il pronunciamento della Corte, presieduta da Paolo Simeon (a latere Giancarlo di Lecce e Marco Randolfi) risale al 22 febbraio scorso.
L’indagine partì da un paio di esposti presentati alla Procura della Repubblica di Udine sulla base di fatti accaduti agli anziani ospiti.
L’inchiesta avviata dalla Procura ipotizzò i reati di maltrattamento, lesioni, abbandono di incapace, sequestro di persona e stato di incapacità procurata sulla base dei quali furono emesse misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, mentre per altre nove scattarono gli arresti domiciliari.
Sei anni più tardi si arrivò a una condanna a tre anni di reclusione per la direttrice e a 2 anni e sei mesi per le operatrici sanitarie.
Con la Cassazione per alcuni reati è intervenuta la prescrizione, per altri c’è stata l’assoluzione.
Ma se la vicenda in sede penale si era conclusa, la Corte dei conti doveva ancora esprimersi. La sezione giurisdizionale del Friuli Venezia Giulia ha ritenuto che fosse intervenuta la prescrizione nei confronti di Pietro Zanelli, 66 anni, di Latisana.
Ha invece condannato la ex direttrice Valentina Maiero, 65 anni di Tricesimo, al pagamento di 50 mila euro, considerando la sua posizione «non solo per il suo peculiare ruolo di tutela dell’incolumità e del benessere degli ospiti della struttura assunto nella qualità di direttrice, ma anche il lungo arco temporale nel quale si sono verificate le condotte violente e ingiuriose, vale a dire dal gennaio 2000 al settembre 2006 e all’entità degli emolumenti percepiti».
A Jolanda Ferro 57 anni di Lignano, difesa come la Maiero dall’avvocato Petra Giacomini, sono stati imputati 14 mila euro di risarcimento in considerazione «della continuità e della gravità degli episodi evidenziati nelle testimonianze acquisite in sede penale, da cui si evince il comportamento violento e offensivo»
Stessa cifra per Tosolina Masotti, 60 anni di Sedegliano, difesa dai legali Luciana Criaco e Francesca Todone. La Corte ha tenuto conto della «particolare gravità degli episodi evidenziati dalle testimonianze e il lungo periodo di servizio alle dipendenze della Umberto I nell’ambito del quale si collocano le condotte in esame e la comprovata reiterazione di comportamenti contrari ai doveri di servizio».
Risarcimento di 10 mila euro per Fulvia Ferro, 51 anni di Lignano, per la quale sono state individuate «condotte gravi ma prive delle connotazione di particolare aggressività»
E ancora, 8 mila euro per Carolina Bianco, 48 anni di Latisana, come la Ferro difesa dall’avvocato Giacomini. Per quanto concerne la sua posizione i giudici hanno tenuto presente «l’effettiva consistenza degli episodi addebitati e il periodo di servizio nel quale si sono collocati».
Quindi Monica Moldovan 47 anni cittadina di origine romena residente a Lignano e difesa dall’avvocato Giovanni Ortis, che dovrà pagare 5 mila euro, nei confronti della quale è stato individuato «il numero piuttosto limitato e l’effettiva portata lesiva degli episodi a lei ascrivibili».
Sarebbero invece state «contraddistinte da una sostanziale episodicità le condotte brusche e ingiuriose» di Hadzhidimitrova Zhivka Dimitrova, cittadina di origine bulgara di 50 anni residente a Latisana difesa dall’avvocato Giacomini, che dovrà pagare all’Azienda 3 mila euro di risarcimento.
Si conclude così, con la condanna a una serie di risarcimenti e al pagamento delle spese legali, una vicenda che ha scosso per lungo tempo la comunità della Bassa.
Introiti in aumento del 6,5%. Più di metà per eccesso di velocità Saranno impiegati per manutenzione di strade e segnaletica
LATISANA. Oltre 404 mila euro da investire nel corso del 2017 per metà in manutenzione stradale e della segnaletica, potenziamento dell'attività di controllo, interventi per la sicurezza e l'educazione stradale e per metà nelle spese correnti dell'ente. Ogni anno il capitolo d'entrata riferito alle sanzioni al Codice della Strada si rivela una vera e propria boccata d'ossigeno per le casse comunali e nell'ultimo anno anche in crescita, registrando un + 6,5% rispetto alle entrate del 2015 che si sono per cosi dire fermate a circa 380 mila euro.
Qualche giorno fa la Giunta comunale ha deliberato la previsione delle entrate per il 2017 fermandosi a un prudenziale 300 mila euro che sicuramente all'atto del bilancio consuntivo risulterà più cospicuo.
A rappresentare il 62% delle sanzioni emesse nel corso del 2016 dalla Polizia Locale sono le violazioni ai limiti di velocità, con un introito totale pari a oltre 251 mila euro, in crescita del 23,8% rispetto alle sanzioni emesse nel 2015 per la stessa violazione. Considerato che c'è l'opportunità del pagamento nella misura ridotta c'è da pensare che le multe emesse nel 2016 siano più elevate proprio come la velocità riscontrata. Lieve aumento anche dei divieti di sosta, che da 858 del 2015 passano a 904 del 2016.
Nel rappresentare l'attività svolta dal Comando della Polizia, il sindaco di Latisana, Daniele Galizio, il consigliere delegato Piercarlo Daneluzzi e il Comandante, Eros Del Longo, riferiscono di quasi 3.600 veicoli controllati, con un incremento del 15,8% dei mezzi sottoposti ad accertamento rispetto all’anno precedente.
E c'è un primo dato positivo legato all'intensificarsi dei controlli – è il commento del consigliere Daneluzzi - soprattutto nelle strade dove notoriamente il piede degli automobilisti schiaccia di più sull'acceleratore, la Strada Regionale 354, il tratto cittadino della Ss 14, via Livelli, via Tisanella e via Sabbionera ed è la diminuzione degli incidenti stradali rilevati: 16 nel 2016 contro i 25 del 2015. «E’ interessante – osserva Daneluzzi - come il nuovo impulso dato da questa amministrazione alla sicurezza stradale abbia già prodotto dei risultati».
L'attività svolta dal Comando del 2016 registra anche la verifica di oltre 700 posizioni anagrafiche, un centinaio di controlli agli ambulanti e una trentina ad attività commerciali, mentre per l’attività di Polizia Giudiziaria sono state 151 le pratiche istruite, con 34 reati segnalati alla Procura della Repubblica.
Rimarcando l'importanza dell'attività svolta dal personale del Comando il sindaco, Daniele Galizio, ha voluto ricordare l'impegno: «spesso una pratica non si esaurisce nel compimento di un singolo atto, ma richiede accertamenti d'ufficio e verifiche talora complesse che impegnano gli operatori anche per più giorni».
Trattativa in corso per rilevare l’attività ora al gruppo Sme Potrebbe essere realizzato anche un parcheggio coperto
LATISANA. Altri quattro mesi di sospensione della licenza commerciale per riuscire a definire «la trattativa in corso con una ditta interessata a rilevare il complesso». E poi l'ex punto vendita di Bergamin di Latisana potrebbe riaprire, anche con un nuovo aspetto urbanistico. Il piano terra potrebbe infatti diventare un parcheggio al coperto al servizio dei rimantenti 3.000 metri quadrati di superficie di vendita, per un complesso posto all'ingresso di Latisana e classificato come esercizio di vendita al dettaglio di grande struttura. In un edificio di grande pregio architettonico: come tutte le sedi Bergamin anche questo porta la firma dell'architetto Gino Valle.
Se non a una vendita l'attuale proprietà, il gruppo Sme, sta valutando anche l'ipotesi di procedere con un contratto affitto – ha spiegato ieri Plinio Trevisan, consulente del gruppo di Cessalto – l'importante sarebbe arrivare a una definizione del futuro dell'edificio entro il 30 giugno, quando scadrà la nuova proroga concessa dal Comune di Latisana: «speriamo che in questi mesi si arrivi a una definizione, ma le difficoltà del momento non aiutano – ha aggiunto il consulente del gruppo Sme – qualche contatto è in atto ma non è facile trovare imprenditori disposti a investire».
La decisione di chiudere il punto vendita di Latisana, concentrando tutta l'attività nella sede di Summaga di Portogruaro, risale all'estate del 2015: due spazi commerciali a una quindicina di chilometri uno dall'altro, lavorando sullo stesso bacino di utenza, erano arrivati al punto di farsi concorrenza da soli.
L'edificio di Latisana dispone di un'area di parcheggio di proprietà, un ventina di posti auto all'inizio di via Sabbionera che per l'attività di un negozio di arredamento erano sufficienti ma che per una nuova attività commerciale potrebbero essere pochi, ma l'ipotesi di aprire il piano terra dell'edificio e trasformarlo in un parcheggio al coperto potrebbe rappresentare il via libera alla trattativa in corso. La decisione della Giunta comunale di concedere una proroga è legata anche a quanto scritto dalla proprietà in una nota protocollata a fine anno, dove si parla di «una trattativa in corso con un'altra ditta interessata a rilevare il complesso».
Una delle richiesta avanzate dal Comune di Latisana alla proprietà – conferma il consulente del gruppo Sme – è quella di riuscire a concludere una trattativa mantenendo la destinazione commerciale dell'edificio.
Latisana: via libera della giunta al provvedimento anti-rischi Incarichi a rotazione e attività di formazione per i dipendenti
LATISANA. Favoritismi nei concorsi per il personale, agevolazione nei contratti di appalto, o nell'affidamento di eventi culturali e sportivi. Anche il Comune di Latisana affronta il tema della corruzione nel piano triennale per la prevenzione della corruzione, redatto e approvato, individuando quelle che potrebbero essere le aree a rischio.
Dal processo di analisi per l’individuazione dei punti critici per capire come e perché potrebbero verificarsi eventi di corruzione e chi potrebbe attuarli - come spiega il piano approvato dalla Giunta martedì - per i singoli settori operativi del Comune gli uffici hanno quantificato i fattori di rischio e le anomalie, utilizzando come valore minimo 1 in assenza di elementi di rischio: dalle tabelle pubblicate ieri online emergono situazioni a rischio nel settore della pianificazione urbanistica (6,3), nei processi di sviluppo delle gare e degli appalti (5,3), nel marketing turistico (5,7), nell'edilizia privata (3,9), nell'affidamento delle opere pubbliche (3,9) e degli eventi culturali e sportivi (3,9), nei servizi sociali (2,9) e nelle assunzioni (2,08). Sono invece esenti dal fattore rischio corruzione la Polizia Municipale e il settore dell'anagrafe.
«Anche il Procuratore distrettuale, nel corso di una riunione con i vertici di sicurezza della Regione, ha lanciato un monito per una rifondazione della cultura preventiva e repressiva da volgere verso le mafie e la loro progressiva infiltrazione nel territorio del Friuli Venezia Giulia, o si rischia l'occupazione dello stesso territorio da parte della criminalità organizzata – sottolinea l'ente locale – in questo Comune non si rileva una pericolosa presenza di criminalità, se non nell’ordine relativamente normale del fenomeno e comunque non incidente sulla regolare attività di governo e di amministrazione. Non sono state rilevate forme di pressione che non siano quelle conseguenti alle continue richieste di promozione economica e di ancora maggiore tutela delle classi meno avvantaggiate. Ma la vicinanza alla località turistiche e l'avvio di opere di rilevante impatto economico (cittadella della salute e centro commerciale nelle vicinanze del casello autostradale), impongono una rinnovata attenzione nelle procedure amministrative di competenza del Comune».
Come provvedimenti da adottare, per tutti gli uffici individuati come aree a rischio corruzione, il comune di Latisana prevede la rotazione degli incarichi, per evitare che possano consolidarsi delle posizioni “di privilegio” nella gestione diretta di determinate attività e poi l'organizzazione di un'attività di formazione rivolta a tutto il personale ma diversificata in base alle attività assegnate, coinvolgendo in tale attività anche gli amministratori.