"Senza guardia pediatrica a Latisana è il caos"
Il portavoce Benedetti: manca il coordinamento nell’applicare il piano previsto dall’Azienda sanitaria. Per una questione di turni sabato doveva essere in servizio un anestesista, ma non si è presentato
LATISANA. Caos e disservizi. Questa la situazione vissuta nelle ore notturne al Pronto soccorso dell’ospedale di Latisana, da quando non c’è più la guardia pediatrica. C’è un protocollo dell’emergenza, però è come se nell’applicarlo a volte manchi un coordinamento.
A pensarlo per altro non sono solo gli utenti, ma gli stessi medici dell’emergenza territoriale, cioè quelle figure professionali che da protocollo sono bordo delle ambulanze che trasportano i casi pediatrici che il personale medico del Pronto soccorso di Latisana ritiene debbano essere visti da un medico pediatra.
E il caso lampante di questa mancanza di coordinamento si è visto nella notte di sabato – come riferisce il portavoce dei Met, medici dell’emergenza territoriale, Franco Benedetti – quando in turno doveva esserci, al posto di un Met, un anestesista che a quanto pare non si è presentato in servizio. Nessuno ha avvisato i Met, personale reperibile 24 ore su 24. E l’ambulanza che fa la spola fra Latisana e Palmanova è partita con il solo autista e un infermiere pediatrico.
Per una questione di turni, così come previsto da una recente normativa, sabato in servizio non c’era un Met, personale territoriale extra ospedaliero, dirottato su Latisana assieme all’automedica tolta al monfalconese, ma doveva esserci un anestesista: tutto previsto – spiega Benedetti – dal protocollo dell’Azienda sanitaria. Così non è stato. E inoltre è stata una di quelle serate da Pronto soccorso intasato di casi in attesa. «Però nessuno ha pensato di chiamarci per una sostituzione – ribadisce il portavoce dei Met – potevamo farlo, siamo sempre reperibili».
Lo stesso protocollo applicato a Latisana, dopo la sospensione della guardia pediatria, è stato attivato anche a Gorizia, per portare l’utenza pediatrica a Monfalcone, ma tutti i casi che non necessitano di un trasporto assistito, vengono indirizzati, se c’è la possibilità di farlo, in modo autonomo su Monfalcone: «ma è tutto un altro tragitto – commenta Benedetti – rispetto alla strada che separa Latisana da Jalmicco. Più corta e semplice. Non si possono mandare le persone allo sbaraglio».
E il riferimento del portavoce dei Met è al percorso che si trova ad affrontare una famiglia, che deve raggiungere, con un caso pediatrico Palmanova.
Con l’incertezza legata a uno dei tratti dell’A4 più soggetto a chiusure, per incidenti, l'alternativa rimane il percorso extra autostradale, molto più lungo e poco agevole, dovendo attraversare, o il centro di Palmanova o i “bastioni” per raggiungere Jalmicco.
FONTE: MessaggeroVeneto 05 Aprile 2016