L'incontro elettorale a sostegno della candidatura di Salvatore Benigno
Benigno rivendica buoni risultati, Micaela Sette attacca Valvason.

LATISANA Un fiume in piena. Parla per più di mezzora, il sindaco di Latisana, Salvatore Benigno – candidato al secondo mandato da Forza Italia, Lega Nord e Il Ponte – snocciolando, dati alla mano, tutto quanto realizzato in cinque anni di amministrazione, dal dimezzamento del debito (sceso da 21 a 10 milioni di euro, realizzando comunque opere pubbliche per svariati milioni) alla riorganizzazione della macchina amministrativa; dal potenziamento della videosorveglianza con l'individuazione degli autori di reati, anche contro l'ambiente, alla ridistribuzione delle sedi alle associazioni che operano nel territorio; dall'avvio del piano di azione per l'energia sostenibile alla concessione del titolo di comune turistico da parte della Regione; dall'approvazione dei piani del traffico e acustico alle varianti di settore al piano regolatore e all'avvio dello sportello unico per le imprese. L'occasione è quella dell'avvio ufficiale della campagna elettorale, davanti a un pubblico di fedelissimi: in prima fila ci sono molti sindaci del Medio e Basso Friuli, l'onorevole Sandra Savino, coordinatore regionale di Forza Italia, Riccardo Riccardi capogruppo in consiglio regionale per Fi e Barbara Zilli, capogruppo della Lega Nord in Regione.
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Sul tavolo dei relatori con il sindaco Benigno, ci sono il capogruppo della maggioranza e capolista di Forza Italia, Micaela Sette, il vicesindaco e segretaria locale della Lega Nord, Maddalena Spagnolo e il coordinatore della lista civica Il Ponte, assessore nel precedente mandato, Ezio Simonin. È stata l'ex sindaco di Latisana, Micaela Sette, a tirare la volata finale: «Noi siamo sempre coerenti con le nostre posizioni e non ci mascheriamo, perché i cittadini devono sapere chi siamo, con chi stiamo e come ci chiamiamo. E se noi siamo il centrodestra è ovvio che gli altri sono il centrosinistra». Quanto all'ultimo entrato, l'ex vicesindaco Angelo Valvason «è tornato a casa sua – ha esordito Sette – era con la sinistra ancora nella prima repubblica ed è venuto con noi per entrare al governo nel 2011.

Cinque anni durante i quali ha avuto tanto. E ora è tornato alla sinistra. Ma deve essere chiaro a tutti che lui ha lasciato per primo il tavolo delle trattative, per mero calcolo. Forse dovremmo ringraziarlo – ha concluso la Sette – perché così abbiamo ripristinato l'ordine giusto, dal quale siamo partiti tanti anni fa, arrivando alla miglior coalizione che potevamo creare».

FONTE: MessaggeroVeneto - 11 Maggio 2016