Avvocati indagati per infedele patrocinio: la Cassazione ha depositato le motivazioni del rigetto del ricorso della Procura
Niente più che «una sollecitazione a non rispondere alle domande dell’organo dell’accusa». E quindi, «a tenere una condotta processuale perfettamente in linea con il diritto di difesa, che vede nell’esercizio della facoltà di non rispondere un’espressione del principio del “nemo teneur se detegere”, insuscettibile di per sè di recare un qualunque danno, economico e processuale, alla patrocinata». Ecco perché, per i giudici della Corte di Cassazione, gli avvocati Pier Aurelio Cicuttini e Maddalena Spagnolo non hanno concorso a determinare alcun nocumento agli interessi della cliente del primo, nè dei figli minorenni avuti con l’uomo assistito dalla collega.
Le motivazioni della sentenza con cui, il 31 gennaio, la VI sezione penale ha rigettato il ricorso proposto dalla Procura di Udine contro la decisione del tribunale del riesame di annullare le perquisizioni e i sequestri eseguiti il 23 giugno 2017 negli studi e nelle abitazioni dei due professionisti, sono state depositate il 30 marzo. «Esclusa la materialità del reato in contestazione», recita il verdetto. Ossia, l’ipotesi del concorso in infedele patrocinio, per avere concordato di far avvalere della facoltà di non rispondere in un interrogatorio la donna che Cicuttini difende, in un procedimento in cui è accusata del favoreggiamento del marito, che è assistito da Spagnolo e che in precedenza era stato allontanato da casa per maltrattamenti su coniuge e figli. Nelle intercettazioni telefoniche, aveva detto alla moglie di averla chiamata su indicazione dei difensori, per spiegarle nella loro lingua che non avrebbe dovuto rispondere alle domande degli inquirenti.
Sebbene le modalità con cui il difensore della donna siano indubbiamente “anomale” e censurabili, laddove per le comunicazioni con l’assistita sembrerebbe essere stato utilizzato, quale interprete, l’indagato di un reato in cui lei era persona offesa – scrive la Cassazione –, nondimeno le indicazioni sul comportamento nell’interrogatorio non possono stimarsi contrarie ai “doveri professionali”, risultando anzi coerenti.
Ed è la stessa Maddalena Spagnolo - che nel procedimento è difesa dall’avvocato Enrico Bulfone e dal professor Tullio Padovani - ad auspicare ora «l’immediata archiviazione del fascicolo», giudicando l’azione della Procura «soprattutto un concreto pregiudizio all’indipendenza del difensore e al principio dell’inviolabilità della difesa». «Nonostante il tribunale di Udine ne avesse da subito smantellato il castello accusatorio – rileva –, ha voluto proporre ricorso, trovando nella Cassazione una chiara conferma dell’assenza di reato». Augurandosi a sua volta «che questo grande dispiacere finisca presto», Cicuttini ha annunciato l’intenzione di «valutare con i legali (avvocati Nicoletta Menosso e Raffaele Conte, ndr) eventuali azioni risarcitorie
Nessun commento dalla Procura, dove le motivazioni non sono ancora arrivate. "Le leggeremo con attenzione – si è limitato a dire il capo Antonio De Nicolo –, perchè dalla Cassazione c’è sempre da imparare, e poi assumeremo le determinazioni conseguenti nel relativo procedimento penale.
FONTE: MessaggeroVeneto - 07 Aprile 2018