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Entro il 2019 torneranno le Province e saranno elettive - da Valvasev il 24/12/2018 @ 10:57 L'assessore regionale Pierpaolo Roberti: dovranno essere di supporto ai Comuni e sottrarre competenze alla Regione che attualmente ne ha troppe UDINE. Le idee ci sono. Adesso bisognerà metterle nero su bianco. Tempi previsti? Un anno, non di più. «La discussione per arrivare alle nuove Province o come si chiameranno - dice l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti - si aprirà da domani. Prima dovevamo rimediare agli errori commessi in passato». Il rappresentante della giunta Fedriga si leva un sassolino dalla scarpa, lancia una frecciatina alla giunta Serracchiani che aveva varato le Uti, ma ora guarda al futuro. Basi solide per arrivare a enti di secondo grado utili ai cittadini. «L’ente che abbiamo in mente - osserva Roberti - sarà elettivo perchè gestirà risorse pubbliche ed è giusto che sia la gente a scegliere i propri rappresentanti che quei soldi dovranno spendere. Sarà poi un ente di supporto ai Comuni, nel contempo la Regione perderà competenze, perchè oggi ne ha davvero troppe. Cosa faranno le nuove Province? Avranno voce in capitolo su tutta una serie di materie. Programmazione urbanistica? È un’ipotesi. Strade ex provinciali? Abbiamo visto come è peggiorata la manutenzione delle strade da quando non è suddivisa secondo le esigenze del territorio. Edilizia scolastica, permessi per la raccolta funghi, motorizzazione civile sono altri possibili temi di trattativa». Fin qui le competenze. Ma poi bisognerà discutere di tempi, spazi, dimensioni. «Fermo restando che i paletti sono due: elettività e identità storico-culturale - aggiunge l’assessore - vedremo in un secondo tempo quante saranno le Province. Prima dovremo assegnare loro le funzioni, poi parleremo di dimensioni territoriali. C’è tutto un lavoro a monte da fare, una ricognizione complessiva, che ci porterà via un po’ di mesi. In Italia siamo l’unica regione a non avere più le Province, non ci sarà un ritorno al passato, ma in questi anni c’è stato un vuoto incredibile. Le sedi degli enti? Potrebbero essere quelle storiche, oggi quei palazzi sono comunque in carico alla Regione. Per quanto riguarda i tempi l’obiettivo è approvare la legge in Consiglio entro il 2019. Auspico anche la collaborazione delle opposizioni, mi auguro che si rendano conto che il fallimento delle Uti è sotto gli occhi di tutti».
Ad allungare il percorso, però, potrebbe esserci un passaggio in Parlamento, visto che la materia riguarderebbe anche lo Statuto. «Non siamo certi sia necessario - conclude Roberti -, in ogni caso il dialogo con il Governo e con la Commissione Paritetica sarà intenso».
L’obiettivo finale è rendere più efficiente la macchina amministrativa e avvicinarla ai cittadini. Abbiamo bisogno di una Regione “leggera” che si occupi dei grandi temi, mentre tante funzioni dovranno essere decentrate, con conseguente trasferimento di personale. I costi? Se ci si muove con buon senso non avremo aggravi aggiuntivi per i cittadini, zero spese». | Per Contattarci
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