Il dg Pilati firma il decreto e detta la riorganizzazione dell’ospedale, compresi pediatria e nido. L’assessore Telesca: «È una scelta tecnica, di sicurezza, quella politica non è ancora stata presa»
UDINE. L’ultimo bambino dovrà nascere entro la mezzanotte del 17 marzo, mentre il 20 termineranno le degenze pediatriche e il 21 l’attività del nido. È la nuova sospensione tecnica del Punto nascita di Latisana, pubblicata ieri sul sito internet dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 2 Bassa Friulana-Isontina e firmata dal direttore generale Giovanni Pilati. Una scelta tecnica, dunque, perché la scelta politica la giunta di Debora Serracchiani ancora non l’ha presa, non ha deciso quale Punto nascita chiudere tra Latisana e Palmanova. E allora tocca di nuovo al vertice dell’Azienda stabilire, con ampie motivazioni, che così non si può andare avanti, per questione di sicurezza – dei bimbi e delle mamme – e di responsabilità penali, del direttore e dei medici, in una struttura dove per altro si attende il 23 marzo per capire quanti nuovi pediatri arriveranno. «Tecnicamente si tratta di una sospensione temporanea – argomenta l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca – , perché sappiamo che a Latisana le condizioni sono precarie, ma non è ancora la decisione della giunta, non è ancora la scelta politica che faremo in tempi brevi».
L’assessore ripete che in un ospedale dove mancano pediatri se dovesse accadere qualcosa a un neonato o a sua madre, la responsabilità sarebbe penale, di Pilati e dei medici. «Il 23 marzo è stato organizzato il concorso per pediatri e attendiamo di sapere come andrà. Di certo oggi, però assistiamo a un caso, quello di Latisana, dove sono diminuite le risorse mediche e a oggi sono un terzo in meno rispetto a quelle che dovrebbero essere», spiega Telesca.
Inutile incalzare l’assessore per sapere quando la giunta stabilirà la scelta politica, quella cioè di un Punto nascita chiuso tra Palamonva e Latisana, come quella che arrivò a fine giugno 2015 tra Monfalcone e Gorizia, ponendo lo stop a Gorizia. «Decideremo quando saranno fatte tutte le valutazioni politiche del caso – taglia corto Telesca – e comunque se saranno ripristinate le condizioni tecniche, il Punto nascita di Latisana sarà riaperto.
Anche per questo attendiamo di vedere quanti professionisti di pediatria saranno recuperati con il concorso del 23 marzo. Ma, ripeto, non so dire il giorno esatto in cui approveremo la delibera ufficiale, con la situazione di emergenza a Latisana sono saltati un po’ tutti i tempi, i termini e le condizioni, perché appunto c’è una situazione di emergenza da gestire.
Decideremo quale struttura chiudere. In tempi brevi», conclude Telesca. Nel decreto di sospensione il dg Pilati scrive che il 10 febbraio il direttore del dipartimento materno infantile «ha confermato, fermo restando le attuali risorse, interne ed esterne, la non possibilità di prosecuzione dell’attività del Punto Nascita di Latisana, garantendo gli standard di sicurezza approvati con l’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, in particolare in relazione all’assenza per malattia di una unità e alla cessazione di un’altra unità: pertanto anche il concorso per due posti a tempo indeterminato, le cui prove sono previste per il prossimo 23 marzo non permetterà di incrementare adeguatamente l’organico, ma solo di stabilizzare i due posti a tempo determinato vacanti. Pertanto, si procede alla richiesta di autorizzazione all’assunzione a tempo indeterminato e pieno di ulteriori sette unità necessarie alla stabilizzazione degli organici per il funzionamento, secondo gli standard di sicurezza per i pazienti e gli operatori, mediante scorrimento della graduatoria che esiterà dalla procedura concorsuale citata».
Non solo. Il 30 aprile scadrà la convenzione con l’Irccs “Burlo Garofalo” di Trieste, per l’acquisto di turni di guardia pediatrica, una convenzione che, è già stato comunicato, non potrà continuare e quindi non sarà garantita oltre la disponibilità di guardie pediatriche ai Punti nascita della Aas 2. Dettagli che chiariscono come la situazione sia complicata da sostenere, tecnicamente e politicamente.
FONTE: MessaggeroVeneto 08 marzo 2016