Anche tre ore d’attesa per poi essere trasportati in ambulanza nell’altro ospedale. Madre col piccolo di pochi mesi lasciata a piedi e costretta a chiamare il marito
LATISANA. Un’altra notte di emergenza pediatrica al pronto soccorso dell’ospedale. E adesso dai cittadini indignati per il disservizio provocato con la sospensione della guardia pediatrica cominciano ad arrivare proteste e reclami all’indirizzo dell’Azienda sanitaria 2 Bassa friulana-Isontina, per le modalità operative stabilite in orario serale e notturno.
L’altra sera, le quattro famiglie, con bambini piccoli, che si sono rivolte al Ps hanno trovato una situazione che, evidentemente, chi ha progettato il piano dell’emergenza non aveva considerato a pieno. Anche quattro ore d’attesa per raggiungere l’ospedale di Palmanova per una consulenza pediatrica.
Chi è arrivato in pronto soccorso a Latisana dopo le 21 ha atteso la mezzanotte per poter essere accompagnato in ambulanza a Palmanova (un’ora e mezzo l’impegno per ogni paziente), senza una sala d’attesa dove bambini di pochi mesi possano aspettare separati dal resto dell’utenza.
Una situazione insostenibile, che gli stessi operatori sanitari dell’area d’emergenza dell’ospedale di Latisana, neanche una decina di giorni fa, prima dell’entrata in vigore del decreto di sospensione del punto nascita e della guardia pediatrica, avevano prospettato in una lettera inviata ai vertici dell’Aas2.
«Il numero di accessi pediatrici al nostro pronto soccorso è molto elevato – hanno scritto gli operatori riferendosi ai 4.840 casi del 2015 – e questo ovviamente incrementa il rischio per noi e per i pazienti».
E il riferimento è alla tipologia di paziente, quello in età pediatrica, che pur davanti a parametri vitali non alterati, può celare condizioni potenzialmente gravi, se non prontamente riconosciute. Da qui la necessità – ribadita dagli stessi operatori del Ps – della presenza di un medico con competenze specifiche, un pediatra appunto, che possa prontamente riconoscere le situazioni potenzialmente a rischio di evoluzione.
E quindi da lunedì, tutti i bambini che si presentato al Ps sono trasportati in ambulanza all’ospedale di Palmanova, dove il pediatra c’è 24 ore su 24. Poi però succede come a quella mamma che la sera del 22 marzo è stata trasportata a Palmanova con il figlio di due anni e mezzo e, dopo la visita, lasciata “a piedi”, quando era ormai quasi la mezzanotte, con un figlio febbricitante, a 40 chilometri da casa.
Lo racconta lei stessa, in una lettera, che diventerà il testo del reclamo da presentare all’Aas2, dove riferisce che al pronto soccorso di Latisana il medico di turno, pur avendo valutato che il bambino presentava i sintomi di un virus, ha preferito richiedere una valutazione pediatrica, predisponendo il trasporto del bambino e della mamma a Palmanova, non prendendosi la responsabilità, vista l’età del bambino, né di somministrargli un farmaco, né di rimandarli a casa.
Rimasta a piedi a Palmanova, nonostante la visita si sia conclusa in pochi minuti l’ambulanza non ha atteso l’esito, la donna si è ricordata di quanto aveva garantito, durante l’incontro con le mamme del comitato Nascere a Latisana, l’8 marzo, il direttore sanitario dell’azienda 2, ovvero che la casistica di bambini portati a Palmanova sarebbe stata così scarsa, dopo la soppressione della guardia pediatria, che al viaggio di ritorno verso Latisana avrebbe provveduto lui in persona.
E così la mamma ha chiesto agli operatori di Palmanova di chiamare il direttore, generando il panico fra il personale. Alla fine da casa, dopo aver affidato l’altra figlia di pochi anni a una parente, il marito ha raggiunto Palmanova, per recuperare moglie e figlio
FONTE: ? MessaggeroVeneto 26 marzo 2016