Il direttore dell'ospedale di Latisana alle mamme: «Andate a Palmanova»
Trentin fa un primo bilancio del reparto chiuso e dà un consiglio. Concorso pediatri: 11 candidati idonei e così le carte si tornano a mescolare
LATISANA. E-mail e lettere di protesta, per segnalare disservizi e malcontento, sono arrivate a destinazione. E a due settimane dalla sospensione della guardia pediatrica, l’ospedale di Latisana, per voce del suo direttore, Daniele Trentin, traccia un primo bilancio, partendo proprio da un’ammissione.
Il bilancio
«Disagi per l’utenza ce ne sono stati – conferma – forse frutto di incomprensioni, fra l’utenza e il personale, che in tutti i modi si prodiga a spiegare chiaramente come funziona il trasferimento a Palmanova. E soprattutto che non è garantito il rientro. Non posso dire se le cose stanno andando bene o male, perché chiaramente, sotto il mio punto di vista, è tutto sotto controllo e stiamo facendo tutto coerentemente con quanto previsto dal protocollo. Ma è chiaro che sotto il punto di vista di una mamma, il servizio è uno schifo. «Il pediatra a Latisana è presente dalle 8 alle 20 dei giorni feriali e dalle 8 alle 14, sabato, domenica e festivi – ricorda Trentin – per la fascia oraria in cui non c’è, se posso dare un consiglio, è quello di valutare la distanza e rivolgersi direttamente a Palmanova.«Con questo non intendo toglierci la responsabilità del servizio – aggiunge – ma evitare il disagio di trovarsi a Palmanova con un bambino e senza mezzi per il ritorno, perché non possiamo permetterci di tenere un mezzo di soccorso come un’ambulanza ferma ad attendere gli esiti di una visita».
Accessi in calo
Da una settimana all’altra un calo drastico negli accessi pediatrici: era quello che voleva l’azienda per poter dire che la guardia pediatrica a Latisana non è indispensabile?
«È normale che sapendo che il servizio non c’è più, l’utenza si rivolta altrove. D’altronde – conferma Trentin – qualcosa di simile è accaduto anche all’ospedale di Gorizia».
I numeri
Da lunedì a ieri gli accessi notturni al Pronto soccorso sono stati solo sette: quattro bambini sono stati accompagnati all’ospedale di Jalmicco, due soli i codici gialli conclusi con un ricovero e uno stato d’osservazione. Tre i casi trattati dall’ospedale di Latisana.
Solo la prima settimana senza la guardia pediatrica gli accessi sono stati trentasei: quattordici bambini sono stati trattati dal Pronto soccorso di Latisana e dimessi, tredici sono stati trasferiti in ambulanza all’ospedale di Jalmicco, dov’è presente la guardia pediatria, con un bambino ricoverato e uno tenuto in osservazione, otto bambini sono arrivati a Jalmicco con i genitori e uno solo si è rivolto a un’altra struttura sanitaria.
Verso l’estate
Cosa succederà con il ben tempo e i primi arrivi sulle spiagge? «L’obiettivo dell’azienda è quello di ripristinare la guardia pediatrica per tutto il periodo di chiusura delle scuole, dal 10 giugno al 10 settembre – anticipa il direttore Trentin – sarà possibile con l’assunzione di due pediatri (l’autorizzazione è stata chiesta alla Regione, ndr). Il piano operativo collegato al decreto è valido fino al 23 aprile. Alla terza settimana di applicazione, verrà fatta una prima riflessione e la conseguente valutazione».
Il concorso per i pediatri
Undici candidati sono stati giudicati idonei al concorso. «Come primo passo – dice il direttore – sarà possibile trasformare due contratti da tempo determinato a indeterminato. Il direttore generale formalizzerà una richiesta alla Regione, per autorizzare l’azienda ad assumere altri cinque medici. Ciò permetterebbe di ripristinare la guardia pediatrica (volendo anche di riaprire il punto nascita, ndr). Ma è chiaro che qui subentra la politica: perché l’autorizzazione ai cinque medici può arrivare solo dalla Giunta regionale».
Ginecologia al sicuro
Il direttore Trentin ricorda che la presenza dei medici è quotidiana, per l’orario ambulatoriale, ma anche per le emergenze, di notte e nei festivi. Al di là dell’attività programmata, il reparto è operativo e in grado di affrontare un’emergenza ostetrica, come un parto anticipato, oppure giunto al termine, ma così rapido che la partoriente non riuscirebbe a raggiungere nessun altra struttura.
Dopo la sospensione del punto nascita, a Latisana, non ci sono stati parti: della ventina di partorienti di fine marzo, solo una parte si è rivolta all’ospedale di Jalmicco. Le altre hanno preferito partorire nel pordenonese.
FONTE: MessaggeroVeneto 02 Aprile 2016